“In data 4 gennaio 2021 il Presidente Mario Baccini ha presentato una mozione, sottoscritta anche da tutti i rappresentanti dei gruppi consiliari di opposizione in Consiglio, con la quale si propone al Sindaco e al Consiglio stesso di impegnarsi a richiedere a stretto giro, agli uffici tecnici delle aree competenti, di concerto con gli assessorati di appartenenza, di stilare un programma di interventi di messa in sicurezza di tutto il territorio del nostro Comune, sulla base anche di quanto specificato nel ‘Piano comunale di protezione civile’, documento quest’ultimo in continuo aggiornamento che annovera nella sua parte generale, proprio le criticità del territorio”. È quanto si legge nella nota di ViviAmo Fiumicino per il centro studi di Mario Baccini.
“Come comitato spontaneo – prosegue la nota – noi di ViviAmo Fiumicino, avendo a cuore la nostra città e in particolar modo il suo futuro, abbiamo presentato questa istanza al Presidente Mario Baccini, il quale prontamente si è attivato utilizzando gli strumenti a sua disposizione, per far arrivare la suddetta proposta in Consiglio.
Cogliamo l’occasione per rivolgere i nostri più vivi ringraziamenti sia al Presidente Baccini, che ai consiglieri di opposizione e liste civiche collegate, che hanno appoggiato questa mozione. Il nostro Paese, come anche il nostro Comune, hanno un’occasione storica per adeguare finalmente i territori agli standard europei, come per la digitalizzazione, per l’innovazione, per la realizzazione di infrastrutture per una mobilità sostenibile al loro interno, per la coesione sociale e territoriale, per la rivoluzione verde e la transizione ecologica in cui far includere anche la necessaria messa in sicurezza dei territori, grazie all’utilizzo dei fondi messi a disposizione dal Recovery Fund.
Purtroppo, come abbiamo potuto constatare in questi ultimi tempi, il nostro territorio presenta delle fragilità idrogeologiche, accentuate in occasione di forte maltempo, in cui le mareggiate e le piene dei nostri maggiori corsi d’acqua come il Tevere e l’Arrone, causano oltre agli inevitabili disagi, soprattutto danni ingenti, sia al patrimonio pubblico che privato, dove periodicamente occorre andare ad intervenire, tamponando con delle opere di ricostruzione o, laddove necessario, ad elargire i relativi rimborsi. Pensiamo ad esempio alla zona del Vecchio Faro, alle zone abitative lungo i fiumi o i numerosi canali di bonifica, oppure lungo il nostro esteso litorale. Pensiamo, in particolare, agli stabilimenti balneari, pesantemente danneggiati dal fenomeno erosivo o alla tutela del patrimonio naturalistico del nostro territorio, rappresentato dalle famose Dune di Passoscuro, senza dimenticare ovviamente le zone di Isola Sacra, ancora in parte sottoposte al vincolo idrogeologico R4(rischio morte), così come previsto dai Decreti 32/2015 e 58/2016 dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Centrale.
Appare, quindi, oramai non più procrastinabile un intervento mirato a risolvere certe criticità, da cui poi ripartire con un’accurata e periodica opera di controllo e manutenzione del territorio, in modo da prevenire eventuali future conseguenze portate dal maltempo e da vari agenti atmosferici, per i quali un costante screening territoriale può fare la differenza e costituire di fatto un importante argine, affinché di volta in volta, si eviti di procedere alla conta dei danni, evitando così gravose opere straordinarie di intervento a scapito dei contribuenti.
Da alcuni mesi, autorevoli esponenti politici, come il presidente dell’Anci nonché sindaco di Bari Antonio Decaro e il presidente di Ali(Autonomie locali italiane) nonché sindaco di Pesaro, rivendicano il ruolo strategico dei sindaci, nel dare le linee di indirizzo, in merito agli interventi strutturali da prevedere nel Recovery Plan, in quanto come amministratori locali, da profondi conoscitori dei propri territori, delle loro peculiarità e delle loro dinamiche, possono garantire capillarità di ben mirate azioni. Dello stesso avviso, di recente, è stato il Presidente del Consiglio Conte, il quale ha sottolineato appunto, che i sindaci saranno i protagonisti del Recovery Plan e parte integrante del piano, in quanto sentinelle della coesione sociale e spina dorsale della Pubblica Amministrazione, riconoscendo loro, di fatto un ruolo centrale.
Ultimamente anche il sindaco di Fiumicino Montino, si è espresso a riguardo, evidenziando come i sindaci non abbiano grandi possibilità di interlocuzione, però poi subiscano le ricadute di tutti gli interventi strutturali.
Mai come ora, è il caso di ascoltare questi sindaci e dar loro voce, considerando l’opportunità storica offerta dal Recovery Fund, che può consentire al nostro Paese di fare quel necessario cambio di passo. Ovviamente, non basta solo condividere un pensiero o essere in accordo su una linea di indirizzo, ma per quanto riguarda il nostro territorio, è necessario porre in essere un sinergico e collaborativo lavoro tra tutte le forze politiche in Consiglio, tale da produrre un Recovery Plan locale da poter presentare e sottoporre all’attenzione degli enti competenti e passare così dalle parole e dai buoni propositi ai fatti, garantendo alla nostra Amministrazione la centralità e il ruolo di attore protagonista, sia richiesti che essenziali, per le sorti e la crescita del nostro Comune.
Considerando che dei circa 80 miliardi di euro dei fondi europei, destinati alla ‘rivoluzione verde’, il 70% deve essere impegnato entro il 2022 e speso entro il 2023 e considerando la nostra burocrazia e la lentezza della macchina amministrativa del Paese Italia, è auspicabile un’ unanime linea di indirizzo ed una rapida mobilitazione della politica locale, anche in ottemperanza alle indicazioni e all’accorato appello del Presidente della Repubblica Mattarella di Capodanno, il quale ha richiamato all’unità tutte le forze politiche, affinché anche al nostro territorio, venga data la possibilità di mettersi in sicurezza e consentirgli un sano e prolifico sviluppo, in armonia con la natura e con l’ambiente circostante”.