“L’argomento in discussione è quello del sistema dei vincoli che da oltre 20 anni impedisce la effettiva attuazione delle previsioni del Piano regolatore, impedendo a numerose famiglie di Fiumicino di poter programmare il loro futuro.
Come si concilia la necessità di rimettere in moto l’economia del Paese, attraverso il Recovery Plan e le sue riforme, con il pachiderma burocratico che continua ad ostacolare, rallentare o impedire il normale dispiegamento delle iniziative private, è un mistero che nessuno è in grado di svelare.
Senza ripercorrere il lunghissimo iter burocratico che sta caratterizzando negativamente questo ventennio, relativo ai presunti problemi idrogeologici del nostro territorio che hanno consigliato all’Autorità di Bacino del Fiume Tevere di apporre gli odiosi vincoli dell’Esondazione e dell’Alluvione, ciò che appare del tutto evidente anche a chi non ha studiato attentamente le carte di questo mostruoso procedimento tecnocratico, sono le numerose incongruenze tecniche, i ritardi amministrativi e la particolare solerzia con cui sono state fatte alcune eccellenti eccezioni ai decreti 42 e 58 della stessa Autorità AB Tevere. Viene da chiedersi, ad esempio, come sia stato possibile, proprio dal passaggio dal Decreto 42 al 58, che intere zone di Fiumicino Nord siano diventate improvvisamente ‘bianche’ grazie a semplici osservazioni proposte dai privati mentre Isola Sacra con uno Studio Idraulico costato circa 50mila euro all’Amministrazione comunale, non ha seguito la stessa sorte.
Pesce Luna, Focene, il sedime aeroportuale, il Quadrante Ovest e Parco Leonardo grazie ad osservazioni presentate al Decreto di vincolo hanno ottenuto la cancellazione o il declassamento del vincolo. Tutte zone dove sono previste enormi quantità di cubature residenziali e commerciali.
Non i cosiddetti ‘grandi imprenditori’ ma le famiglie di Fiumicino e di Isola Sacra in particolare sono state sfiancate moralmente ed economicamente da promesse non mantenute, dall’impossibilità di realizzare ciò che era nelle loro legittime aspettative e dal pagamento di tasse su di un diritto di cui non possono usufruire.
La paradossale situazione della burocrazia italiana prevede che lo Stato finanzi un Ente come l’Autorità di Bacino per studiare le criticità idrogeologiche del territorio e poi le amministrazioni comunali o regionali devono spendere altro denaro pubblico per dimostrare con studi uguali e contrari che i rilievi fatti e i vincoli apposti non sono corretti. L’alternativa è affidarsi a qualche società di professionisti del settore, come la SPE ingegneria, con cui collaborano illustri professori dal cognome ben conosciuto nell’ambiente che, dietro congrua parcella, riescono ad ottenere la tanto agognata cancellazione del vincolo.
Ancora oggi, nel 2021, nonostante il Piano idraulico del Comune sia stato approvato dalla Regione nel 2019, nonostante la strada argine sia stata collaudata nel 2019, nonostante si stia progettando la realizzazione di un Porto turistico alla foce del Tevere, nonostante i lavori per il potenziamento delle idrovore siano stati assegnati, nonostante sia dimostrato storicamente e tecnicamente l’irrealistica possibilità che il nostro territorio sia colpito dal fenomeno dell’esondazione del Tevere, siamo costretti a vivere sotto scacco di un apparato burocratico autoreferenziale che decide chi può fare, che cosa si può fare e quando.
Siamo ancora costretti ad assistere alle estenuanti e per nulla trasparenti parziali modifiche di ‘colore’ e di ‘rischio’ che hanno come unico effetto quello di risolvere il problema a qualcuno, di affossare definitivamente le speranze di qualcun altro e di costringere la gran parte dei proprietari ad aumentare di migliaia di euro le spese per studi, progettazioni e realizzazioni.
Spesso le presunte illazioni di cittadini esasperati che evidenziavano come la possibilità di costruire sia riservata solo a qualche Potente costruttore o a chi si affida a qualche tecnico col cognome giusto per presentare osservazioni ai decreti dell’AB Tevere, sono state bollate come chiacchiere da bar.
Francamente cominciamo a convincerci che la vox populi, come insegna la storia, fonda la sua credibilità su fatti realmente accaduti.
Le famiglie di Fiumicino non possono continuare a riporre le loro speranze e le loro legittime aspettative nelle ondivaghe e discrezionali decisioni di apparati burocratici. La Politica che governa Comune, Regione e Nazione ha il dovere, mai come in questo momento storico, di porre definitivamente termine a questo gigantesco sopruso burocratico che da troppi anni limita pesantemente lo sviluppo nel nostro territorio”.
Questa è la nota di Anselmo Tomaino, Dir. Prov. FDI.