Siamo in un periodo di emergenze sociali ed economiche che stanno mettendo in ginocchio interi settori, tra i quali quello agricolo, eppure – seppur gravi – sono emergenze che nella storia sono state già affrontate; per la prima volta l’Europa, invece, e l’Italia si trovano a dover fare i conti con un rischio strutturale del pianeta, la desertificazione. Ed è ora il momento di muoversi, senza aspettare gli eventi. E la politica deve farsi carico di questi cambiamenti, anche a livello locale.

Oltre alle ben note criticità dunque, evidenziate peraltro in un nostro precedente comunicato,  che stanno affrontando le imprese agricole del nostro territorio, come del resto anche tutte le altre del comparto su scala nazionale, inerenti al rincaro del costo dei carburanti, dell’approvvigionamento energetico, dei concimi e di qualsiasi altra materia prima funzionale alla coltivazione, a polarizzare l’attenzione in queste ultime settimane, è dunque la siccità, che sta caratterizzando questa che si preannuncia una lunga e torrida estate.

In realtà sono ormai diversi anni, che puntualmente nel periodo estivo, nel nostro Paese, ci si trova a fare i conti con l’aridità dei nostri campi, dovuta alle scarse precipitazioni, laddove localmente, si aggiungono altre difficoltà, quali il passaggio di insetti infestanti, come le cavallette.

Occorre però evidenziare, che la peculiarità di questa estate, ovvero la triste constatazione a seguito della costante rilevazione del livello dei corsi d’acqua e dei laghi, da Nord a Sud, arrivato ai minimi storici, deriva dal fatto che i mesi autunnali e invernali, ma anche primaverili, siano stati caratterizzati da pochissime piogge e questo ha profondamente inciso sul livello dei nostri bacini idrografici, ai quali è venuto a mancare il regolare apporto di acqua.

Tanto è vero, che le immagini che ci vengono riportate dai vari notiziari, del nostro fiume più grande e importante, il Po’, siano una triste ed emblematica cartolina, dell’attuale situazione idrologica del nostro Paese.

C’è da evidenziare come la siccità, sia collegata al problema della paventata e progressiva desertificazione di zone temperate, come in Europa lo è la fascia mediterranea. Se ne parla già da tempo, ma scarseggiano le azioni concrete per superare i rischi connessi..

A questo quadro peraltro inquietante, va inoltre data speciale menzione, alla presenza sempre più frequente, dei fenomeni climatici estremi, quali le “bombe d’acqua” che seguono a periodi di forte siccità, dovuti ad un  processo in atto di variazione climatica, verso il quale, la spinta antropica, può avere avuto la sua incidenza.

Di fronte a queste sfide, non più future e probabili, ma già del presente e concrete, occorre porre rimedio con interventi strutturali, che possano dare soluzioni di ampio respiro, nel medio-lungo termine. A tal fine, sarebbe utile la realizzazione di invasi e di bacini di raccoglimento delle acque meteoriche, altrimenti inutilizzabili una volta terminato il loro naturale percorso fino al mare, necessari a garantire il costante apporto idrico, anche in periodi di lunga siccità: alle coltivazioni, ma non solo, in quanto costituirebbero una fonte utile agli utilizzi nelle fabbriche per scopi industriali; nelle città per scopi urbani per garantire l’irrigazione di parchi e di giardini pubblici; per il mantenimento della vegetazione in genere; infine anche per costituire una fonte dalla quale attingere, in situazioni di pericolo come gli incendi, anch’essi sempre più frequenti purtroppo anche nel nostro Comune.
 
Pensando al nostro territorio, ci si consenta di suggerire la progettazione omogenea nelle nostre località in cui si divide il vasto Comune di Fiumicino di  invasi e di bacini di raccoglimento dell’acqua piovana, per far fronte agli ancora più difficili scenari futuri e anche in considerazione del fatto, che il Pnrr nella Missione 2, sulla Rivoluzione Verde e la transizione ecologica, vada proprio nella direzione dell’utilizzo sostenibile delle risorse idriche.

A tal fine, proprio per rendere realizzabili gli obiettivi del Pnrr appunto ed armonizzarli nel nostro contesto territoriale, il Comune di Fiumicino,  si è dotato in questi giorni, di una  macrostruttura di esperti e di professionisti, per la realizzazione di progetti attuativi del suddetto piano nazionale, che potrebbe lavorare di concerto con gli enti competenti, per la realizzazione di questi invasi.

Oltretutto, non essendoci ancora una normativa specifica UNI, per la progettazione, realizzazione, manutenzione e conduzione di questi particolari impianti di raccolta, su cui ci si dovrebbe comunque adeguare, viene attualmente presa a riferimento la norma tedesca DIN 1989 1-2-3-4, peraltro molto completa ed esaustiva, i cui punti di forza sono la realizzazione nel rispetto delle normative antisismiche e del quadro idrogeologico, nonché della messa in sicurezza dell’area interessata.

Oggi tutti noi, abbiamo il dovere morale, oltre che politico-istituzionale in capo agli enti, di porre in essere tutte quelle azioni, oramai necessarie e improcrastinabili, per tentare di lasciare alle future generazioni, un luogo in cui abitare vivibile, senza dover stare costantemente in emergenza nella gestione di eventi straordinari, che stanno in realtà diventando sempre più ordinari, che in assenza di una programmazione infrastrutturale, affrontarli risulterebbero di ardua impresa ed evitare altresì di mettere a rischio l’accesso a beni fondamentali e primari per l’uomo, quali acqua e cibo. ViviAmo Fiumicino per il centro studi di Mario Baccini