L’Alto Commissariato per i Diritti dell’Uomo (OHCHR-ONU) ha chiesto allo Stato italiano di sospendere lo sfratto di una famiglia del piano di zona Isolato Stazione di Fiumicino, raggiunta da un ordine di sgombero firmato dal Tribunale fallimentare di Roma, al fine di scongiurare danni irreparabili mentre il caso verrà affrontato dall’Istituzione internazionale.
E’ la prima volta in Italia che l’ONU interviene su un caso che riguarda lo sgombero di una famiglia abitante in un piano di zona dove il costruttore è fallito lasciando milioni di debiti fra banca, fisco e le stesse famiglie dalle quali pretese degli anticipi ottenuti con la promessa di vendere loro gli appartamenti.
Ma più che sul contesto e la mancata applicazione da parte del Comune di Fiumicino delle normative già esistenti a tutela del fine sociale di tali alloggi, l’ONU richiama lo Stato italiano al rispetto del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali entrato in vigore il 3 gennaio 1976, patto firmato anche dall’Italia e che tra l’altro prevede all’art. 11 il diritto per tutti “di un adeguato standard di vita per se stesso e per la propria famiglia, includendo adeguato cibo, vestiario e alloggio, oltre che ad un continuo miglioramento delle condizioni di vita” e all’art. 5 che nessuno Stato può compiere (o lasciar compiere) atti diretti alla distruzione o alla limitazione di uno qualsiasi dei diritti citati nel patto. Un precedente che potrebbe riguardare chiunque in Italia rischi di finire per strada, compreso il moroso incolpevole o l’occupante per necessità”.
Emiliano Piccioni – portavoce Comitato Via Berlinguer V