Dal 9 marzo, genitori, docenti e discenti si sono ritrovati ad affrontare improvvisamente un’esperienza comunicativa di didattica a distanza. All’inizio è stata traumatica soprattutto per chi non ha mai fatto degli strumenti tecnologici opportunità di apprendimento.
La scuola sta per terminare e le DAD hanno consentito di sperimentare una didattica nuova e grazie alla disponibilità e alla dinamicità di educatori aperti ed esperti le lezioni sono faticosamente andate avanti. I genitori hanno fatto un grande lavoro di supporto agli insegnanti operando in presenza con i loro figli. Insomma si è creato per necessità un team scuola-famiglia per meglio rispondere alle esigenze dei bambini e ragazzi dei nostri istituti.
Operare con gli strumenti tecnologici è stato curioso ed affascinante per i ragazzi, che sembrano cimentarsi volentieri in questa comunicazione virtuale ma la didattica in presenza rimane essenziale sia per il feedback emotivo che per le valutazioni e le spiegazioni più difficili perché l’insegnante può intervenire con diverse strategie per sostenere l’apprendimento dell’alunno.
Soprattutto quando intervengono delle difficoltà si possono pianificare interventi mirati e specifici in funzione delle esigenze di ognuno. L’insegnante in presenza riesce a cogliere meglio lo stato emotivo del discente e comprendere dove e come intervenire didatticamente. Nella didattica a distanza la parte emozionale è relegata ai genitori che diventano mediatori tra insegnanti e alunni. Ma i genitori stanno impazzendo perché sono oberati di lavoro e per chi ha due o tre figli diventa molto pesante. Immagino cosa succederà a settembre, poveri genitori disperati in balia di orari per accompagnare e riprendere i figli a scuola con i compiti da fare.
Aiutare la scuola vuol dire anche sostenere le famiglie in momenti come questi. Per queste motivazioni è necessario non abbandonare ma pianificare interventi strutturali, pensando alla ripresa del prossimo anno scolastico, quando i genitori torneranno a lavorare e non potranno più seguire i figli nel loro percorso didattico. Anzi per dirla proprio tutta non si sa a chi lasciare i figli.
Le nostre strutture scolastiche dovranno essere nelle condizioni di funzionare anche se non a pieno regime; spiego meglio: le strutture scolastiche la maggior parte risalenti al dopo guerra forse dovrebbero essere ristrutturate e organizzate per accogliere per gruppi e in doppi turni gli alunni, come sembra voler disporre il Ministero. Il trasporto dovrebbe essere adeguato agli orari degli istituti e l’orario di lavoro dei genitori adeguato alle esigenze scolastiche dei propri figli.
Purtroppo sembra fantascienza ma questa guerra invisibile al Covid-19 pare durerà ancora per molto tempo e non possiamo pensare di abbandonare l’educazione dei nostri figli. In questi mesi sarebbe giusto rivedere e sistemare gli spazi delle nostre scuole: fare la manutenzione ordinaria e straordinaria interna ed esterna alle strutture evitando così le corse dell’ultimo momento.
Il periodo della DAD sarà ancora lungo e l’amministrazione comunale avrà tutto il tempo di occuparsi della sistemazione delle nostre strutture scolastiche per rivederle ed adattarle alle nuove esigenze. Non abbandoniamo l’educazione dei nostri figli e proviamo a migliorare i nostri ambienti. Cerchiamo di programmare tutti i lavori di messa in sicurezza, compresa una disinfezione permanente, non riduciamoci sempre a correre ai ripari all’ultimo momento.
Voglio poi dedicare parole di solidarietà alle AEC e alle addette alle mense scolastiche, che sono parte integrante della scuola e che dal mese di marzo sono state messe in cassa integrazione e tutt’oggi ancora non percepiscono nulla. Per loro la situazione è ancora più grave perché non si sa quando riprenderanno a lavorare a pieno regime. Certo con le parole non possiamo molto, speriamo arrivino alle persone giuste che potranno sostenere la loro causa nei luoghi deputati. Noi non le vogliamo dimenticare!
Giovanna Onorati Azione Fiumicino
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