“Mi chiamo Attilio Berni. Molti mi conoscono per la mia passione per la musica e per aver ideato e realizzato il Museo del Saxofono, a Maccarese (Roma). Vivo tra i ragazzi, insegno in una scuola media.

Purtroppo molti ragazzi, anche del nostro territorio, non conoscono Salvo D’Acquisto. Per questo sarebbe bello se la storia che sto per raccontarvi la raccontaste ai ragazzi che conoscete: figli, nipoti e amici dei vostri figli che siano.

Salvo aveva 15 o 16 anni. Stava passeggiando con suo zio, a Napoli, dopo aver lavorato. Dipingeva il viso delle bambole in cartapesta che venivano prodotte nel laboratorio dello zio.
All’improvviso sentirono delle grida e delle urla strazianti. Un bimbo, che era andato a raccogliere qualcosa tra i binari, all’arrivo del treno, nel vederlo e sentirlo sopraggiungere, terrorizzato, era rimasto lì in mezzo, impietrito.
Senza un attimo di esitazione Salvo raggiunse quel bimbo, spingendolo e cadendo insieme a lui oltre i binari. Questione di attimi e sarebbero morti entrambi….
Lo zio, passato il treno, accorse verso un Salvo “ammaccato” rimproverandolo per il fatto che sarebbe potuto morire. Salvo candidamente disse allo zio che quel bambino non poteva morire senza nessun aiuto.

Questo è Salvo: una persona speciale capace di amare oltre se stesso”.