Per la cura e la gestione condivisa dei beni comuni urbani, caduta nel dimenticatoio l’offerta da parte dell’associazione Alleanza civica per Fiumicino
“Correva il 20 aprile 2018, quando Alleanza civica per Fiumicino, a seguito di sollecitazioni e confronti con molti cittadini del Comune di Fiumicino, depositava una proposta di “Regolamento per la collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione in forma condivisa dei beni comuni urbani” in conformità al Regolamento per l’attuazione dei diritti di partecipazione popolare alla vita amministrativa, approvato con deliberazione del Consiglio comunale di Fiumicino il 7 agosto 2014. L’obiettivo dell’Associazione era quello di garantire da un lato la partecipazione di quella cittadinanza attiva e volenterosa all’amministrazione della cosa pubblica, d’altro canto garantire la sicurezza di tutti quei cittadini che mettono a disposizione se stessi, il proprio tempo, le proprie energie a vantaggio della comunità.
Ma andiamo con ordine ….
La proposta sottoscritta da oltre 100 cittadini residenti e protocollata il 20 aprile 2018 cadeva nel dimenticatoio. Non un cenno da parte dell’Amministrazione comunale, né in senso positivo né in senso negativo fino alla data 12 febbraio 2019, quindi ben 10 mesi dopo, quando ai proponenti è stata inviata, da un ufficio del Comune di Fiumicino, una mail nella quale si evidenziava che “la proposta di iniziativa popolare … è stata ritenuta una buona proposta, che andrebbe rivista con la collaborazione degli uffici per migliorarla”. Ovviamente Alleanza Civica per Fiumicino, ha formalizzato la sua totale disponibilità ad incontrare i responsabili degli Uffici con i quali dover interloquire. La disponibilità ha prodotto solo il … silenzio. Per completezza di informazione l’Associazione precisa che la mail ricevuta aggiungeva: “tuttavia la suddetta (proposta) non è ricevibile in quanto, l’art. 3 comma 10 prevede che le firme siano autenticate”.
Dobbiamo ritenere che il Comune di Fiumicino, con libera interpretazione estensiva, ha applicato alle “proposte” l’art. 3, comma 10, che disciplina invece le “petizioni”, mentre le “proposte” sono regolamentate dall’art. 4 del Regolamento che testualmente recita “le proposte di deliberazione di iniziativa popolare devono essere sottoscritte da almeno cento cittadini …”, senza richiedere alcuna autentica delle firme dei sottoscrittori (art. 4 n. 2).
Ciò premesso a noi preme di più entrare nel merito della proposta riconoscendo che amministrare un Ente locale, anche di ridotte dimensioni, è una esperienza complessa. I crescenti limiti imposti dalla gestione delle finanze pubbliche mettono a dura prova le capacità di ogni amministratore. E proprio per questo è utile adottare un nuovo modello relazionale tra Pubblica Amministrazione e cittadini che consenta di moltiplicare le risorse alleandosi con i cittadini nel solco dell’art. 118 c. 4 della nostra Carta costituzionale.
E quando gli abitanti di un paese o di un quartiere cittadino autonomamente si assumono la responsabilità di curare un vicolo, una piazza, un parco pubblico, un monumento, un bene culturale od altro, mettono in campo risorse e capacità di ogni genere: tempo, competenze professionali, esperienze, strumenti di lavoro, mezzi di trasporto, relazioni sociali ed altro. Tutto ciò ha un enorme valore, che va al di là del miglioramento della qualità dei beni comuni, perché ha un effetto fondamentale nel rinsaldare i legami della comunità sviluppando rapporti fondati sulla fiducia e producendo capitale sociale, che a sua volta è un fattore di sviluppo economico. Questo sistema di gestione di beni comuni risponde al principio della sussidiarietà.
L’applicazione di questo principio ha un elevato potenziale di modernizzazione delle amministrazioni pubbliche in quanto la partecipazione attiva dei cittadini alla vita collettiva può concorrere a migliorare la capacità delle Istituzioni di dare risposte più efficaci ai bisogni delle persone e alle soddisfazione dei diritti sociali che la Costituzione riconosce e garantisce. Per dare attuazione al principio di sussidiarietà, tuttavia, è necessario che venga approvato uno specifico regolamento, per come già avvenuto in tante altre realtà territoriali (oltre 184 Comuni tra i quali Bologna, Trento, Bari, Genova, Torino, Civitavecchia ecc.).
E proprio questa era la funzione della nostra “buona proposta” di Regolamento che il Comune di Fiumicino non ha ritenuto sottoporre all’esame del Consiglio comunale. Frattanto anche la Regione Lazio, con legge n. 10 del 26.06.2019, ha approvato il testo per la “promozione condivisa dei beni comuni” in attuazione del principio di sussidarietà orizzontale di cui all’art. 118, quarto comma, della Costituzione ed “entro 120 giorni dovrà adottare il regolamento regionale sull’amministrazione condivisa dei beni comuni”. A quel punto anche i Comuni del Lazio dovranno dotarsi di un Regolamento.
Chissà che non sia una buona occasione per dar seguito alla proposta?”.
Egidio Murolo
Vice Presidente Alleanza civica per Fiumicino