In un celebre film interpretato da Robin Williams si esortava a guardare sempre le cose da angolazioni differenti per riuscire a percepirne tutti gli aspetti e soprattutto per considerarne tutte le caratteristiche altrimenti non evidenti. Se per il protagonista del sopra citato film, “L’Attimo fuggente”, il contesto fisico era tuttavia un’aula scolastica sarebbe costruttivo e utile effettuare questo esercizio, in genere, per tutte le cose della nostra vita quotidiana. Per molti dei nostri lettori infatti, e probabilmente anche per noi stessi, la routine e le nostre consuete attività fanno si che la visione, in questo caso del nostro territorio, sia “fissa” da una sola prospettiva, quella per esempio del nostro percorso in auto per il posto di lavoro o per la scuola dei nostri figli, focalizzando la nostra attenzione sempre sui medesimi scenari. Ne consegue un’immagine limitata e a volte miope di ciò che ci circonda. Ecco quindi che, nell’immaginario collettivo, Fiumicino è meramente e solo: aeroporto, stabilimenti balneari, pesca e ristorazione. Un intero territorio semplificato e, per quanto tali servizi siano notoriamente qualitativamente eccellenti, svilito ad una mera meta per lo più a carattere stagionale che però sembra monopolizzare gli interessi e l’attenzione di cittadini e istituzioni.
E’ a questo punto che sarebbe utile, come nella nota citazione cinematografica di cui sopra, osservare il nostro territorio da aspetti diversi e per molti di noi nuovi. Sarebbe utile a tal proposito, per quanto visionario, organizzare una visita periodica per tutti i cittadini che comprenda la navigazione a ridosso delle nostre coste e lungo il bacino fluviale. Una visita per tutti i cittadini che vogliano rendersi conto, guardando il territorio da prospettive diverse, della nostra importante presenza nautica direttamente sul mare. Proprio così, sul mare, perché a me piace molto considerare il nostro “delta” fluviale come un lungo fiordo di mare che si insinua nella costa piuttosto che acque interne che scendono verso mare. E’ purtroppo comprensibile che per molte persone la nautica sia un mistero nascosto dietro a cancelli chiusi, recinzioni e argini non accessibili ma tale visione non può essere ammissibile per le istituzioni, a volte locali ma anche e soprattutto autorità e di governo. Tali attività vengono ricordate solo quando si vuole colpire una precisa categoria sociale (i “ricchi”!) o allora quando si decide di far applicare rigide e a volte impossibili norme ambientali dagli operatori. E’ proprio infatti in questi mesi in corso una severa campagna di controlli, da parte dei Carabinieri del NAS, a carico dei cantieri navali e sulla relativa gestione a norma dei rifiuti speciali, delle acque di lavaggio delle carene e degli scarti di lavorazione. Ottima l’iniziativa di avviare controlli sul mantenimento degli standard di rispetto ambientale ma purtroppo, come spesso accade nel nostro paese, si pretende di accertare infrastrutture e attrezzature onerose e fisicamente spesso non realizzabili nel peculiare e precario contesto concessorio sul quale sorgono la maggior parte dei cantieri. E’ difficile adeguare una piccola realtà di rimessaggio agli standard industriali della bergamasca o della Germania e addirittura impossibile avere, per citare un esempio, una pavimentazione impermeabile in cemento per la raccolta delle acque reflue se non è concesso nemmeno l’uso di asfalto sulle superfici in concessione. Non per fare del benaltrismo, di cui noi italiani siamo spesso campioni, ma come si fa a pretendere il rigido (e giusto) rispetto delle norme quando poi a pochi metri da una controllatissima attività, giacciono relitti in decomposizione chimica o peggio idrovore che scaricano di tutto nel Tevere senza alcun controllo o filtro come nella foto al lato?
Benaltrismo no ma direi neanche sudditanza incondizionata. Ancora una volta esorterei tutti ad osservare il nostro territorio da prospettive differenti per scoprire realtà inaspettate ma anche “polvere sotto al tappeto” del tutto evitabile. Per dare un’idea dell’economia trainata dalla nautica del nostro territorio abbiamo incontrato Lorenzo Agostinelli, terza generazione alla guida dell’omonimo cantiere navale, nonché Presidente CNA Litorale. “Il nostro cantiere navale – racconta Lorenzo Agostinelli – nasce nel 1966 per mano di mio nonno Vinicio e del suo allora socio Aldo Guerritore, conosciuto soprattutto come storico proprietario dei cantieri Canados di Fiumara Grande”.
Cosa è cambiato nella gestione di allora da quella di oggi?
“Io e mio fratello Andrea abbiamo apportato, negli anni, numerose innovazioni e migliorie sia alle infrastrutture sia alle attrezzature per le lavorazioni e per la protezione dell’ambiente. Nel passato la coscienza ambientale era sicuramente meno sentita. Purtroppo però ogni nuova introduzione è comunque resa molto difficile dalla burocrazia e dalle lungaggini per ottenere permessi e autorizzazioni”.
In qualità di presidente di CNA Litorale, qual è la fotografia che può darci della realtà cantieristica locale?
“E’ ormai ben noto che Fiumicino rappresenta uno dei porti più grandi d’Europa con circa 6mila unità ormeggiate o in secca. I cantieri navali sono circa 60, tra piccole e medie strutture, 8 circoli nautici e un’occupazione media di circa 2000 unità. Il Consorzio Nautico del Lazio ne rappresenta circa 30”.
Quante attività di quello che chiamiamo indotto sono attualmente rappresentate invece dalla CNA?
“Le attività di indotto rappresentate dalla nostra confederazione sono numerose anche perché la nostra associazione è la più diffusa tra artigiani e piccoli imprenditori. Possiamo stimare che ce ne siano almeno un centinaio, solo nel territorio di Fiumicino e Ostia”.
A conti fatti, considerando che non tutte le attività sono organizzate in associazioni, per mia esperienza, se ne possano stimare anche 150. Ricordiamo che per attività dell’indotto intendiamo artigiani, elettricisti, fornitori di materiali, commercianti, assistenze tecniche oltre che il supporto a tutte le attività turistiche, soprattutto ristorazione, a cui si rivolgono i clienti dei cantieri. Auguriamo a Lorenzo Agostinelli un in bocca al lupo per la sua presidenza in questo difficile contesto.
Il lavoro che Agostinelli, come altri nel settore, svolge quotidianamente è ancora una volta, quello di portare alla luce e far osservare da un’angolazione non scontata e consueta le attività del nostro territorio. Diverse infatti le iniziative co-organizzate proprio per il turismo sul Tevere.
Mostrare a tutti le attività nautiche per far assorbire questa cultura e consapevolezza a tutti, e soprattutto anche ai non addetti ai lavori, per non essere focalizzati sempre e solamente sulle solite grandi, e a volte prepotenti, realtà economiche che non rappresentano l’unica risorsa per il nostro territorio, famoso e apprezzato nello yachting del mediterraneo anche e soprattutto per la propria artigianalità e professionalità.
di Andrea Abbate