Procida è una delle isole più rinomate del Bel Paese, la capitale della cultura ed il luogo della pace e del relax in spiaggia, per vivere emozioni uniche che regala un posto come questo dove un lembo di terra ed il mare si sfiorano per diventare una cosa sola. Una delle mete estive preferite dai turisti di mezzo mondo proprio per la bellezza del mare e del litorale.

Ma perché “guardare” solo questo? Procida è tanto altro, basta spostare angolazione di osservazione per rendersi conto che l’isola nasconde volti e sfumature ben diverse da quello che pensano tutti.  Un piccolo fazzoletto di terra vulcanico decisamente suggestivo, non solo per le sue pittoresche casette di color pastello simili alla tavolozza di un pittore ma anche grotte, scale che si inerpicano e archi che fungono da collante. E poi il suggestivo scenario dei vigneti che accoglie chi arriva sull’isola tramite gli aliscafi per Procida, mostrandosi come un bellissimo giardino affacciato sul mare, dalla forma strana, vulcanica ma stranamente bassa dal punto di vista dell’altitudine.

Dal mare, viaggiando con Alicost, la principale compagnia che effettua i collegamenti con l’isola durante tutto l’anno, festivi inclusi, è possibile ammirare questo panorama che in poco tempo diventa sempre più vicino e nitido. Arrivare tramite gli aliscafi non è solo veloce e comodo ma anche diretto grazie ai collegamenti presenti dal porto di Salerno, Amalfi, Positano, Capri e Ischia, punti nevralgici del territorio campano che conducono al centro delle città.

È da qui che si può iniziare un viaggio diverso dal solito nel cuore di Procida, scoprendo la devozione religiosa che ha la popolazione locale, tra riti e tradizioni che sono ricchi di fascino, tra la festa in onore di San Michele Arcangelo e la processione degli Apostoli.

E poi non mancano le tante chicche da scoprire che affondano le radici nel cuore della storia. Procida, infatti, è stata la sede di uno dei più importanti istituti penali d’Italia, nato sotto il dominio di Ferdinando II che rese il Castello aragonese una sede penitenziale rimasta attiva fino al dopoguerra. Qui i carcerati si dedicavano ad attività di vario genere, dal lavoro in falegnameria a quello della sartoria e legatoria, fino alla coltivazione dei terreni e della tessitura del filo. Questo e molto altro consente di scoprire un volto inedito e poco conosciuto dell’isola ma allo stesso tempo interessante e pieno di fascino che porta tra vicoli e sentieri guardando tutto con una visione unica e piena di tradizione.