L’ostinata e strenua difesa d’ufficio del sindaco Baccini sul porto crocieristico privato di Fiumicino, riportata anche oggi da alcuni organi di stampa, fa come al solito acqua da tutte le parti. Le prescrizioni sollevate dai vari enti in questi mesi hanno dimostrato, senza alcuna possibilità di smentita, che Fiumicino non può ospitare un’opera del genere a causa della fragilità del territorio.
Gli enti ci descrivono un territorio senza infrastrutture a terra necessarie a ospitare un porto crocieristico privato. E in questi mesi non mi sembra sia stato presentato alcun piano o progetto, serio, per bypassare una prescrizione non di poco conto. Morale: a farne le spese saranno i cittadini di Isola Sacra che già da anni sono costretti a convivere con una viabilità non più adeguata al numero degli abitanti. E non possono essere certo due rotonde, promesse dal sindaco, la risposta che può risolvere la questione della viabilità di quel quadrante.
C’è una fragilità dal punto di vista della tenuta dell’erosione delle nostre coste e questo progetto, con i suoi milioni di metri cubi di dragaggio previsti ogni anno, aggraverà ulteriormente il fenomeno. A farne le spese saranno così i nostri operatori balneari e i cittadini che si ritroveranno senza spiagge.
Gli enti ci segnalano la forzatura a livello normativo che si sta seguendo con cecità, aggrappandosi a una procedura semplificata per realizzare qualcosa che in un altro momento sarebbe stato impossibile e impensabile anche solo da immaginare.
Va ricordato infatti che il porto è legato a una procedura semplificata come opera necessaria per il Giubileo. Il porto non c’è oggi e non ci sarà nemmeno una volta terminato il Giubileo. Quindi un altro grande bluff è stato già smascherato.
Questo progetto va inoltre in contrasto con la legge dello Stato 84/94. È evidente che si stia incappando in una concorrenza sleale nei confronti dei porti statali, regolamentati da questa stessa legge. È molto facile capire che ci saranno dei problemi anche da questo punto di vista e qualcuno si dovrà assumere delle grandi responsabilità procedurali.
Non bastasse l’Autorità della Concorrenza scrive nero su bianco che la concessione è fuori norma. Insomma ormai è chiaro a tutti ormai che tuteli soltanto l’interesse di una grande compagnia privata e non di una comunità.
In tutto questo continuiamo a far finta che a pochi chilometri non stia sorgendo un porto commerciale, quello sì sotto l’egida dello Stato e delle leggi statali. E nessuno fino a oggi ci ha detto chiaramente che Fiumicino sia in grado di poter sostenere due opere del genere.
Lo dichiara la consigliera regionale del Pd Lazio, Michela Califano