Questa mattina c’è stata una manifestazione davanti alla sede comunale di Fiumicino da parte degli operatori educativi Aec/Oepa che lavorano nelle scuole del territorio di Fiumicino. La richiesta è stata quella di avere un dialogo con l’amministrazione comunale, ma soprattutto di vedere riconosciuto il 100% dello stipendio e delle ore.
“Non abbiamo uno stipendio d’estate non veniamo retribuiti per l’assenza del bambino. Il nostro è un salario al di sotto della soglia di povertà, che per il servizio essenziale quale andiamo a svolgere è inammissibile”, dice una lavoratrice.
“Vogliamo parlare che pur facendo 8 ore, visto che spesso siamo usate come tappabuchi, non ci spetta nemmeno il pranzo?”, aggiunge una sua collega.
“Come tutti ben sappiamo – si legge nella nota di Aec/Oepa Fiumicino – dopo un anno, viviamo ancora un periodo non facile legato alla pandemia da Covid-19. Esattamente come un anno fa, gli Aec/Oepa che operano sul territorio del Comune di Fiumicino, si ritrovano nella stessa situazione: lottare per il loro salario nonostante le scuole fossero aperte, anche se in modalità ‘diverse’ dal normale.
Cosa è successo? All’attribuzione della zona rossa per la Regione Lazio, il Comune di Fiumicino non ha autorizzato il collegamento in DDI con i nostri bambini e ragazzi, accordandoci solamente 3 ore al giorno di lavoro in presenza (laddove possibile) e iniziando il nostro servizio dopo parecchi giorni dall’apertura della scuola con le dovute restrizioni.
Questo ci ha fatto perdere ore di servizio e, quindi, parte dello stipendio, rientrando, per l’ennesima volta, nel vortice della Cassa Integrazione, quando invece ci sono dei soldi pubblici, già stanziati in bilancio, destinati a questo scopo.
Siamo stanchi di essere sempre noi a rimetterci, quando portiamo avanti un servizio essenziale, con passione, dedizione e spirito di sacrificio del quale si vantano gli amministratori, come se il merito fosse loro. Dove sono, allora, quando nella difficoltà del momento scelgono di far perdere parte dello stipendio a circa 90 lavoratori e altrettante famiglie?
Richiediamo, ancora una volta a gran voce, il riconoscimento del 100% delle nostre ore e del nostro stipendio”.