Presso lo Spazio Teatro Villa Guglilemi, sabato 9 gennaio, appuntamento alle 21.00 con lo spettacolo “Un fulmine a ciel sereno”. Diretto da Gaetano Aronica, vedrà sul palco Paolo Macedonio. “Una risata ci seppellirà” diceva qualcuno. Paolo Macedonio sembra rispondere con candida, imperturbabile disarmante poesia: “Una risata ci salverà!” E scopriamo di essere subito dalla sua parte, lo seguiamo nel racconto della sua fulminante esperienza che ci coinvolge, avvolge, travolge e ci lascia senza fiato. È proprio questo il suo più autentico talento, la sua “diversità” dagli ormai troppi comici alla moda; Paolo non è solo un battutista, non è solo un imitatore, un trasformista o un pierrot, ma un attore autentico che racconta e si racconta, con capacità, voglia e straordinario talento, muovendosi sul palcoscenico come fosse casa sua, spesso disarmandoci con punte di sincerità che appartengono all’eterno bambino che si porta dentro, senza il quale non potrebbe esistere l’uomo di teatro. Un fulmine a ciel sereno nasce da quest’esigenza di raccontarsi, dall’impossibilità di essere normale, di essere soltanto uno. Nel baule dei ricordi di Paolo Macedonio ci sono troppe maschere che vogliono un corpo, un abito, una voce; troppi personaggi che scalpitano perché si dia loro un’identità. Il fatto sorprendente è che lui non deve fare nulla per aprire questo baule, ce l’ha già tutto dentro, pronto a salire sulla ribalta del palcoscenico e debordare. Basta parlare con lui una manciata di minuti per riconoscere le tracce dei personaggi che diventano i protagonisti della storia, poco importa siano essi divi del cinema o siano stati presi dalla strada, dalla cerchia delle sue amicizie, da un incontro d’amore, da un’audizione andata male, da un celebre talk show, dalla sua famiglia. E c’è un momento in cui questo ingorgo creativo trova una sua dimensione fantastica e questo disordine si compone in un ordine patafisico che è ancora più folle perché fuori da qualsiasi coordinata spazio temporale: ed è quando i personaggi cominciano ad interagire fra loro come dentro un caleidoscopio impazzito, permettendo al fantasista di mettere in atto le sue doti migliori e il suo virtuosismo mimetico. E poi c’è la musica, ogni brano è stato scelto con cura, è legato a un ricordo, una forte emozione, un momento preciso. Gli amanti della Sicilia del marranzano e della coppola storta, del gessato e del mezzo sigaro in bocca, rimarranno delusi da questa strana immagine dell’isola. Una Sicilia all’americana, persino fuori dal tempo e comunque inaspettata, dove si ascoltano i Beatles e i Rolling Stones, dove si leggono Allen Ginsberg e Jack Kerouac, dove si cammina dondolandosi con un paio di Levi’s incollati ai fianchi, masticando una Brooklin sulle corde delle ballate di Bob Dylan o della bianca stratocaster di Jimi Hendrix. Perché il Fulmine a ciel sereno è anche questo: una splendida serata di Rock and Roll, una di quelle in cui può succedere di tutto; anche che una coppia scoppi e un’altra inaspettatamente si formi, avidamente baciandosi sulle note graffianti e sensuali di Satisfaction.
2016-01-08