In primo grado c’era stata l’assoluzione piena. Ora è invece arrivata la condanna della Corte dei Conti: a risarcire l’ente locale deve essere il sindaco Esterino Montino, insieme all’ex direttore generale Paolo Cortesini e all’ex dirigente comunale Catia Livio.
Tutti assolti a fine 2019, ora tutti condannati in appello dalla Corte che ha accolto il ricorso della Procura contabile. In totale al Comune di Fiumicino dovranno essere risarciti oltre 182mila euro: Montino 76.696 euro, Cortesini 26.133 euro e Livio 79.559 euro.
La vicenda è nota, l’esposto contro gli affidamenti di incarichi a favore di due legali esterni, dal 2010 al 2017, per l’accusa sono illegittimi, visto che i due non sarebbero stati “neppure iscritti all’albo comunale” e quindi sarebbero stati individuati “sulla base di una scelta totalmente discrezionale”.
La Procura aveva chiesto condanne a un risarcimento di oltre 365 mila euro, i giudici hanno considerato i vantaggi conseguiti dall’ente in relazione al minor aggravio per l’ufficio legale e ridotto i risarcimenti.
La replica di Montino
“Nonostante l’assoluzione in primo grado “perché il fatto non sussiste”, in secondo grado la Corte dei Conti ha deciso che dovrò risarcire il Comune per una vicenda legata ad alcune consulenze legali prestate al Comune stesso dal 2010 al 2017. Come sapete, ho iniziato il mio primo mandato di sindaco di questa città a giugno del 2013, cioè quando le consulenze in questione erano già in corso da oltre tre anni e i due avvocati già noti all’amministrazione.
Curiosamente, però, nessuna responsabilità è stata riconosciuta nei confronti di chi mi ha preceduto alla guida della città, mentre sono state riconosciute quelle dei dirigenti in carica in quegli anni. Ognuno ne tragga le conclusioni che crede.
Il sindaco, come ho già avuto modo di spiegare diverso tempo fa, non ha, e non deve avere, il compito di individuare prestatori d’opera, siano esse imprese o singoli professionisti. Una scelta che è precisa prerogativa e competenza dei dirigenti delle diverse aree. Il sindaco, in questo caso, firma la sola rappresentanza legale, ma non indica in alcun modo chi deve svolgere la prestazione professionale.
Prova ne sia il fatto che proprio la Corte dei Conti del Lazio, nel 2017, ha condannato l’ex sindaco di Roma perché si era personalmente occupato di individuare e nominare avvocati per difendere il Comune. Ho dato mandato ai miei legali di fare ricorso al terzo grado di giustizia nella convinzione che la mia posizione si chiarirà definitivamente nel modo migliore”.