Riceviamo e volentieri pubblichiamo: “A seguito del quadro contraddittorio circa la diligenza e la tempestività con cui ha operato nei giorni successivi all’incendio che nella notte fra il 6 e il 7 maggio ha distrutto il molo D dell’aeroporto di Fiumicino, la Commissione Parlamentare d’Inchiesta, istituita dopo il blitz al Terminal T3 dei deputati del MoVimento5Stelle, ha sospeso per 2 mesi Maria Claudia Proietti, direttore del Dipartimento Prevenzione e dell’Unità operativa Spresal (Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro) della Asl RmD. La Commissione, che conta di terminare i lavori entro Ottobre, negli ultimi mesi ha ascoltato in diverse audizioni l’Enac, Aeroporti di Roma, vigili del fuoco e dirigenti sanitari, per ricostruire quanto fatto nell’emergenza dopo il rogo e la gestione delle misure di sicurezza adottate per proteggere la salute dei lavoratori. Ai dubbi sulla tempestività della gestione del post incendio del terminal T3, la dott.ssa Proietti ha risposto affermando: “Noi abbiamo fatto la scelta di intervenire l’11 maggio e non nell’immediatezza, in analogia con quello che si fa in caso di azienda a rischio. Non ritengo che questo abbia avuto delle conseguenze sulla salute dei lavoratori e dei passeggeri in quanto il molo D era chiuso e quindi di fatto c’era una sorta di contenimento”. Chi c’era però ricorda perfettamente che il molo in effetti venne chiuso solo parzialmente e per poco tempo, e tutti noi ormai sappiamo che le sostanze rilasciate nell’aria restano tossiche a lungo rappresentando una grave minaccia per la salute dei lavoratori. “Io dico: non c’è stato ritardo – ha continuato Proietti – e siamo intervenuti su iniziativa perché nessuno ci ha chiamato e questa è stata un’anomalia …Anche la prefettura non ha saputo nulla, non si è attivata quella catena di comando e di avvertimento che si attiva in quel caso”. Per questo a metà giugno il prefetto di Roma Gabrielli ha inviato ad Enac e Adr una comunicazione che suona come reprimenda su come si è gestita l’emergenza in aeroporto. Inoltre la Proietti ha precisato: “…Io avevo già avvertito che c’erano nelle analisi degli elementi non del tutto chiari, noi Spresal non ci sentivamo di avallare le analisi dicendo che era tutto tranquillo…il 18 (immediatamente dopo il blitz dei deputati del M5S ndr. ) Siamo andanti a verificare con i nostri ispettori cosa stava accadendo e abbiamo chiesto il sequestro del molo D …”. In conclusione, dalle dichiarazioni della stessa dott.ssa Proietti, intervenuta anche in Commissione Ambiente al Comune di Fiumicino il 28 Maggio, si ricava l’impressione di una situazione effettivamente poco chiara in cui le parti interessate sono piuttosto attente a scaricarsi reciprocamente eventuali colpe e responsabilita’ a discapito di quello che invece dovrebbe essere l’interesse primario di tutte le parti coinvolte, e cioè la salute di lavoratori, passeggeri e abitanti della zona”.
(Fabiola Velli – Portavoce m5s Fiumicino)