Un tetto massimo nazionale alla superficie agricola edificabile; divieto di mutamento di destinazione; abrogazione della norma che consente agli enti locali di utilizzare una quota dei proventi dei titoli edili per il finanziamento delle spese correnti. Questi sono i tre punti fondamentali del “disegno di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento di consumo di suolo”, presentato il 24 luglio scorso dal ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, in occasione dell’incontro “Costruire il futuro”. Una “bozza aperta”, l’ha definita il Ministro, che sottolinea: “Credo nella concertazione e aspetto suggerimenti da parte delle associazioni agricole e di tutti”. Uno schema aperto, quindi, che però si basa su tre elementi fondamentali. A partire dall’individuazione di un tetto massimo di superficie sottraibile all’agricoltura, sul modello tedesco. L’estensione massima della superficie agricola edificabile viene stabilita a livello nazionale e le regioni a loro volta la definiscono su scala regionale e la ripartiscono tra i comuni.Il secondo punto prevede il congelamento, per almeno 10 anni, del cambiamento nella destinazione d’uso per i terreni agricoli per i quali sono stati erogati finanziamenti europei o aiuti di Stato. Infine, l’abrogazione della norma relativa agli oneri di urbanizzazione che consente ai comuni di “fare cassa”. Il disegno di legge prevede anche l’istituzione di un comitato di monitoraggio del consumo di superficie agricola e del mutamento di destinazione d’uso; misure di incentivazione per chi procede al recupero dei nuclei abitati rurali; un registro degli enti locali per i comuni che adottano strumenti urbanistici che non prevedono l’ampliamento delle aree edificabili. “Ogni giorno 100 ettari di terreno vanno persi, negli ultimi 40 anni parliamo di una superficie di circa 5 milioni – ha ribadito Catania – Siamo passati da un totale di aree coltivate di 18 milioni di ettari a meno di 13. Il consumo del suolo nel nostro Paese deve essere una priorità da affrontare e contrastare. Dobbiamo invertire la rotta di un trend gravissimo che richiede un intervento in tempi rapidi. Serve una battaglia di civiltà per rimettere l’agricoltura al centro di quel modello di sviluppo che vogliamo dare al nostro paese”.
2012-07-25