Un vero e proprio raid. Tra il 9 e il 10 marzo, dopo le 22.00, per le strade di Focene c’è stata una vera e propria caccia alle Smart parcheggiate davanti alle abitazioni. Ladri di marmitte, capaci in pochi istanti e senza far rumore di smontare prima il fascione posteriore dell’auto e poi di sfilare il catalizzatore, il più delle volte strappandolo dal suo alloggiamento.

Almeno dieci le auto colpite, tra Smart e Suv, quelle più preziose per i ladri. Al mattino agli sfortunati proprietari non è rimasto altro da fare che chiamare il carro attrezzi per portarle in qualche officina per la costosa riparazione.

Da qualche tempo, infatti, anche in Italia si è diffuso questo fenomeno, una nuova frontiera per il mercato dei ricettatori ora alla ricerca di prede anche sul litorale romano. I modelli più ambiti dai ladri sembrano essere quelli i recenti, da Euro 4 a Euro 6, in quanto “i catalizzatori delle automobili di ultima generazione – spiega un meccanico esperto – contengono metalli nobili come il palladio, un sottoprodotto di nichel e platino, che ha un valore superiore ai 65 euro al grammo, ma anche di rodio e platino, metalli ancora più preziosi”.

Sembra di tornare indietro nel tempo ai furti dei cavi elettrici di rame, poi rivenduti a peso d’oro nei mercati paralleli. Colpi che mettevano in crisi tante aziende, ferrovie comprese, con un certo rischio per gli autori che ogni tanto rimanevano fulminati nelle operazioni. Un rischio inesistente nel caso delle marmitte catalitiche dove basta una chiave e un seghetto elettrico per arrivare all’obiettivo.

“Quando sono arrivato alla Smart non riuscivo a capire cosa fosse successo – racconta Francesco che abita da sempre a Focene – pensavo a un incidente perché l’auto non aveva più il fascione posteriore. Solo dopo mi sono accorto che mancava la marmitta ma anche a quel punto non pensavo a un furto”. La stessa reazione avuta dagli altri spiazzati dal raid.

Qualcuno si è accorto del furto prima della mezzanotte e non è rimasto con le mani in mano. “Sono salito su un’altra auto della famiglia – racconta Luca, una delle vittime – e ho fatto un giro per Focene. Le strade sono poche e non ci ho messo molto a individuare quelli che potevano essere gli autori. Secondo me i ladri viaggiavano su una Mercedes classe A grigia, a bordo c’erano due uomini che sono scappati quando hanno capito che li seguivo. Ho preso la targa e ho subito allertato le forze dell’ordine che sono venute sul posto, ma non hanno potuto fare niente in quanto bisogna prenderli in flagranza di reato”.

Rapidi, silenziosi, attrezzati, individuano l’auto, uno resta alla guida, l’altro scende e con poche mosse, toglie il paraurti, strappa la marmitta e torna a bordo, quasi il tempo di un pit stop da Formula uno. Ogni catalizzatore rivenduto può fruttare ai ladri fino a cento euro. Mille allora quelli ricavati a Focene. Basta molto meno per rendere agitate le notti nel resto del litorale romano.