Nell’ambito delle iniziative promosse dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma per la Settimana della Memoria 2023 si è svolto il 24 gennaio l’incontro con Edith Bruck, un evento che ha coinvolto oltre 100mila studenti, 4mila docenti e più di 400 Istituti in tutta Italia. Il Leonardo da Vinci è stato invitato, insieme ad altre sette delegazioni di studenti provenienti da diverse regioni, a partecipare in presenza all’incontro che si è tenuto a Roma nella sede della Fondazione. A rappresentare il nostro Istituto sono state le studentesse Chiara Clementoni e Lara Dunja Grego, accompagnate dalla professoressa Francesca Turchi.
L’evento ha visto la partecipazione anche del ministro Valditara che ha ribadito l’impegno del Ministero nel contrasto all’antisemitismo e ha ricordato che la memoria non si esaurisce in un’unica giornata ma deve accompagnare l’intera esistenza di ciascuno di noi. Il racconto di Edith Bruck è un fiume di parole commoventi e coinvolgenti. Edith parla senza sosta, per più di un’ora, partendo dal piccolo villaggio ungherese in cui è nata più di novant’anni fa; racconta dell’antisemitismo, delle leggi antiebraiche e dell’arresto nell’aprile del ’44. Ci porta con lei nel ghetto e poi in treno fino ad Auschwitz. Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen, Christianstadt e poi ancora Bergen-Belsen: con commozione racconta alle studentesse e agli studenti gli orrori dei campi ma anche quelli che chiama miracoli, come la marmellata lasciata da un soldato nel fondo della gavetta: la speranza, il bene del cielo e della terra, la forza per andare avanti, la volontà di sopravvivere e credere che in fondo al buio c’è la luce. E come il male feconda il male, così dal bene nasce il bene.
Gli avvenimenti raccontati, anche se già noti a chi ha letto le sue opere, prendono vita attraverso le parole di Edith: le parole dure e terribili con cui descrive la vita nei campi e le marce, quelle dolci e lontane come pane e madre. L’impressione condivisa è di conoscere questa donna minuta che con la sua voce fa silenzio attorno a sé, questa donna che da sessant’anni trova la forza di raccontare per chi non è sopravvissuto. Edith parla di Dio, dei suoi incontri con papa Francesco, delle guerre di oggi, di quello che accade in Europa e nel mondo, dell’antisemitismo che riguarda tutti e non solo gli ebrei, riguarda tutte le persone civili, ci ricorda Edith.
Nelle riflessioni di Lara Dunja a seguito della giornata di oggi si condensa il senso delle attività dedicate alla Memoria che da anni il nostro Istituto porta avanti, l’invito a essere tutti noi testimoni, a non dimenticare, a non permettere che la Shoah finisca per essere solo una riga nei libri di storia, ricordando quanto detto dalla senatrice Liliana Segre.
La nostra studentessa commenta così l’esperienza appena conclusa:
L’opportunità di ascoltare la testimonianza della Shoah da chi quell’orrore l’ha visto con i propri occhi è rara. Edith ci ha donato il suo tempo, raccontando con voce a tratti commossa, la sua storia, il dolore provato e le difficoltà superate per sopravvivere. Lei ha regalato a tutti noi che l’abbiamo ascoltata la possibilità, e forse anche il dovere, di testimoniare quanto lei ha già condiviso con un mondo spesso non disposto a conoscere ciò di cui si è macchiato. Noi (riprendendo le sue parole) siamo la speranza e la consolazione di tutti i sopravvissuti”.