Il degrado chiama degrado, e la storia del centro sportivo di Torrimpietra ne è un triste esempio. Una struttura che per anni ha rappresentato un punto di riferimento per i giovani e per lo sport a Fiumicino oggi versa in condizioni di abbandono, soffocata da rifiuti e vegetazione incolta.
Nelle immagini si notano cumuli di detriti accatastati ai piedi di un grande albero, simbolo quasi ironico della forza che un tempo caratterizzava questa zona. Accanto, la struttura principale del centro sportivo emerge come una reliquia del passato, sfregiata dal tempo e dall’incuria. Lo scenario si completa con campi sportivi ormai in disuso, le cui reti e recinzioni cadenti raccontano il lento declino di quello che era un luogo di aggregazione e formazione.
Il centro sportivo di Torrimpietra non era solo un luogo di allenamento, ma anche un punto di incontro, uno spazio dove i giovani potevano crescere, imparare il valore del lavoro di squadra e allontanarsi da realtà difficili. Oggi, il suo stato di abbandono risuona come un monito: il degrado, come suggeriva Cicerone nella celebre espressione “pro domo sua”, spesso nasce dall’indifferenza verso ciò che dovrebbe essere curato e protetto per il bene collettivo.
Eppure, la possibilità di un riscatto esiste. La vicinanza del centro sportivo di Torrimpietra con il polo natatorio di Granaretto rappresenta un’opportunità concreta per creare un asse sportivo e sociale unico nel territorio di Fiumicino. Se le istituzioni locali decidessero di intervenire, non solo per rimuovere i rifiuti e mettere in sicurezza l’area, ma anche per avviare un progetto di riqualificazione, si potrebbe restituire al quartiere e ai suoi abitanti un simbolo di rinascita.
Il recupero di Torrimpietra potrebbe fungere da esempio per altre aree degradate del territorio. L’intervento non sarebbe solo un gesto estetico, ma un investimento nel futuro delle nuove generazioni, che meritano spazi sicuri e stimolanti dove crescere e coltivare i propri sogni.
La comunità chiede alle istituzioni di intervenire prima che sia troppo tardi. Perché, in fin dei conti, il degrado non riguarda solo un luogo, ma l’identità stessa di una comunità che non deve rassegnarsi all’abbandono.
Il Segretario di Azione Fiumicino per Calenda
Gianmarco Irienti