Era il cane di famiglia, un pastore maremmano, nulla lasciava presagire quello che sarebbe accaduto all’ora di cena alla piccola padrona, una bimba, ricoverata in condizioni gravi al Policlinico Gemelli. All’improvviso il cane si è avventato verso la piccola a cui la madre stava dando la pappa. Forse un raptus di gelosia. Forse per questo un pastore maremmano di cinque anni ha equivocato il gesto della donna. Forse voleva che il cibo fosse per lui oppure. È avvenuto lunedì sera, alle 20, in una villetta di Lavinio. Il cane ha aggredito la bambina, di 15 mesi. Un unico morso, fra la gola e la testa. Ma sono tanti casi come questi, e sull’argomento interviene Chiara Pennisi, Educatore Cinofilo “Tutti pazzi per fido.com”. “Purtroppo la maggior parte delle aggressioni da parte di cani avviene proprio in ambito familiare e come destinatari proprio i bambini, questo ci dice che qualcosa da parte dell’essere umano è stato trascurato o quanto meno non compreso – dice Chiara Pennisi – Come può accadere che il nostro fidato amico si trasformi in un terribile nemico? Non va dimenticato che l’aggressività è una componente naturale di ogni specie animale (umana compresa) e che ha sempre una motivazione, ha sempre un oggetto, un fine. La conservazione di una specie animale è garantita dall’aggressività, una mamma per difendere i suoi cuccioli usa aggressività, per mangiare si usa aggressività, per difendere un ottimo territorio che garantisce la sopravvivenza si usa aggressività. Più vicino a noi: per difendere un oggetto prezioso, per non perdere la posizione gerarchica, per difendersi da una (ritenuta) minaccia si usa aggressività. Ovviamente ci sono diversi tipi di aggressività, essa viene classificata in base a ciò che la scaturisce ma le modalità sono differenti: mentre nell’aggressività predatoria lo scopo finale è uccidere, nell’aggressività sociale ci si ferma con la resa dello sconfitto. Cosa può portare un cane di casa ad aggredire? Spessissimo la causa è una mal interpretazione, un gesto che spaventa il cane, potrebbe essere persino un abbraccio: gesto affettuoso per noi ma di dominanza e costrizione per il cane. Molti cani si abituano a gesti umani che nel loro linguaggio significano l’esatto contrario ma non è così per tutti, persino un sorriso ha un significato così diverso per due specie così diverse: gioia per noi umani e attacco (si mostrano i denti) per i cani. Insieme al sorriso poi ci sono tutta un’altra serie di messaggi che arrivano al cane, tono di voce, postura ecc, ma un bambino potrebbe ometterli e comunicare solamente aggressività. Fondamentale nel caso di bambini è l’educazione, facciamo conoscere il cane ai bambini, come ragiona, come sta al mondo, di cosa ha bisogno, come comunica sia con i simili che con l’essere umano, come interpreta la realtà: come diversamente da noi interpreta la realtà. Ci piace tantissimo leggere il cane come il migliore amico dell’uomo ma lo può essere solamente se lo conosciamo davvero e lo rispettiamo tenendolo in equilibrio. Cosa si intende per cane equilibrato? Un cane che vive il più possibile secondo le sue leggi naturali, ma a tutte le specie da noi domesticate abbiamo cambiato le regole! Non si caccia più, non si gestisce più una vera vita di branco (non quella artificiale da noi scimmiottata), scegliamo noi i ritmi riproduttivi e così via. Noi viviamo la nostra realtà in compagnia di un cane, il cane vive con l’umano in una realtà alterata! E’ la nostra realtà non la sua. Come mi comporto, chi sono allora? Come mi adatto? Quando capiremo che il cane appartiene ad una specie totalmente diversa dalla nostra con ritmi, bisogni, sistemi di comunicazione diversi allora smetteremo di crescerli come bambini creandogli delle alterazioni e li terremo in equilibrio. Ma questo ci fa troppo male, non corrisponde a quello che noi vogliamo e da brava specie presuntuosa e viziata facciamo finta non sia così. Il cane è bambino, è peluche, è allarme per i ladri…. Lui non può essere un cacciatore nato, non può essere pronto a difendere la sua posizione gerarchica, non può aggredire chi (magari anche “solo” secondo lui) minaccia i suoi cuccioli, non può avvisare chi gli da un fortissimo abbraccio…no, tutto questo non corrisponde alla nostra idea di cane quindi non può essere. Tenere un cane in equilibrio significa appagarlo secondo i suoi bisogni, ricordandosi che ha tanta energia ma che non servirà a niente portarlo in bicicletta e non fargli usare mai la testa. Un cane il cui gioco è solamente riportare una palla avrà portato all’eccesso l’istinto predatorio e difenderà la sua palla a tutti i costi. Non è un cane in equilibrio. Ora smetto di tirare le orecchie, meno etologia e più senso pratico: quando si aspetta un neonato cambiate ciò che sicuramente cambierà (spazi in casa, abitudini, uscite di Fido…) ben prima del suo arrivo altrimenti il cane associa al bambino e se i cambiamenti sono in peggio tirerà conclusioni antipatiche. Dite a Fido che la gestione del piccolo a due zampe è esclusivamente vostra (tranquilli non gli sembrerà una cattiveria, loro rispettano la prole altrui), non create nervosismo intorno al piccolo, premiate il cane nei paraggi ma dimostrate in modo molto chiaro che a lui pensate voi e solo voi. Se la gestione è vostra il vostro cane quando sentirà il piccolo piangere sul letto saprà che non spetta a lui intervenire, per un cane quando un cucciolo piange ha bisogno magari di essere spostato, prendendolo in bocca ovviamente. Noi esseri umani interpretiamo tutto come aggressività ma ci sono dei gesti che per loro sono accadimento e cura, letti da noi come aggressivi. Considerate una cosa: il cane conosce le sue regole sociali non conosce le regole sociali umane e quindi ciò che imparerà sarà quello che voi gli avrete fatto vedere. Quando i bambini sono più grandi distinguete bene i giochi di bipedi e quadrupedi, ad ognuno i suoi. Insegnate ai bimbi a giocare con Fido, a rispettare il suo sonno, la sua pappa, la sua cuccia e le sue cose. Quando hanno circa 5 anni insegniamogli ad aggiungere alla ciotola del cane una prelibatezza in modo da dirgli: “guarda non sono una minaccia, non vengo a disturbarti, ti porto una cosa ancora più buona dei tuoi croccantini”. Insegniamogli a manipolarli, quali carezze gli piacciono e quali parti del loro corpo li mettono invece in difficoltà. Non lasciamoli mai soli con il cane, mai, soprattutto fino ai 5/6 anni. Purtroppo avendo fatto del nostro migliore amico un predatore e non una preda (hanno comunque forme di aggressività anche loro) questo ci mette a rischio di comportamenti per noi inaccettabili ma per loro naturali, dobbiamo davvero esser molto bravi a: insegnargli le nostre leggi sociali e farli vivere tenendoli il più possibile in equilibrio, con ciò di cui hanno bisogno”.
2013-05-16