Con un articolo a firma di Antonella Aldrighetti il quotidiano Il Giornale ha pubblicato oggi un articolo dal titolo: “Il Viminale ha deciso: nuovo centro a Fiumicino”. Nel servizio si anticipa quello che il Viminale avrebbe deciso e cioè l’apertura di un cento di prima accoglienza, stazionamento e smistamento degli immigrati, che saranno dirottati tra Roma e l’hinterland a Fiumicino. “La gestione – si legge nel testo – con grande probabilità, sarà affidata alla Croce Rossa regionale visto che, l’area in cui il complesso sorgerà è in via del Pesce Luna, ossia a pochi passi da un centro della Cri: più di 5mila metri quadrati dove saranno allestite tende e casette Better Shelter (tecnologia svedese finanziata dalla Fondazione lkea) per una realtà che potrebbe ospitare, all’occorrenza, fino a 2mila persone”.
L’ipotesi, che si sperava fosse fantasiosa, ha trovato invece conferma nel comunicato pubblicato alle 18.15 dal Comune di Fiumicino che pubblichiamo integralmente:
“È ancora in itinere una procedura presso la Prefettura di Roma relativa alla selezione di aree o luoghi adibiti a hotspot per migranti prevista da un bando pubblicato dalla Prefettura di Roma che prevede, tra l’altro, la possibilità di un sito ubicato sul territorio del Comune di Fiumicino”. È quanto dichiara, in una nota, la maggioranza del Comune di Fiumicino. “Sembrerebbe che la Croce Rossa Italiana, in accordo con la proprietà dell’area, abbia avanzato la proposta per un sito vicino al quartiere di Pesce Luna nell’adiacenza del litorale. Da una scrupolosa verifica condotta in queste ore emerge che l’area in questione (o parte di essa) è sottoposta dal 2016 a un provvedimento di sequestro proposto dalla Capitaneria di Porto ed emesso dall’Autorità giudiziaria con relativa ordinanza del sindaco per la bonifica dell’area stessa interessata da materiali pericolosi, tra i quali una forte presenza di amianto. La bonifica è ferma da tantissimi mesi e solo parzialmente eseguita, in minima parte, dai proprietari dell’area. La stessa proprietà è in contenzioso tributario con l’Amministrazione comunale per oltre 800mila euro che, nonostante le sentenze della commissione tributaria, non sono ancora stati corrisposti.
Questi i fatti che oggi sono stati oggetto di una riunione straordinaria che il sindaco ha convocato, alla presenza dei consiglieri di maggioranza. La prima osservazione, emersa con grande evidenza, è il tentativo, da parte della proprietà di quell’area, di utilizzare l’emergenza migranti per uscire da procedimenti di sequestro, di interventi di bonifica e per risolvere problemi di contenzioso con la Pubblica Amministrazione. Questa Amministrazione ha una storia di accoglienza e buona integrazione come dimostra il fatto che sul nostro territorio è già presente un Centro di Accoglienza Straordinaria, un altro luogo inserito da moltissimi anni nella rete Sprar e diverse strutture per gli oltre 100 minori non accompagnati che il Comune prende in carico direttamente dall’aeroporto intercontinentale di Fiumicino. Attualmente è in essere un protocollo d’intesa con la Prefettura per l’integrazione dei migranti che, invece di essere abbandonati in un centro di accoglienza, si dedicano volontariamente a lavori socialmente utili al servizio della comunità di Fiumicino. Questa storia di buona integrazione si scontra con la nuova modalità con la quale si cerca di affrontare i temi dell’emergenza migranti. La maggioranza al Comune di Fiumicino non condivide l’apertura di centri che rischiano di essere lontani da qualsiasi esempio di accoglienza dignitosa, simili a campi profughi a scapito di piccole strutture diffuse sui territori, a cominciare da quelli sprovvisti di qualsiasi sistema di accoglienza migranti. L’idea di collocare circa 300 migranti, in un’area oggetto di sequestro – sottolinea la maggioranza – priva di servizi, altamente inquinata da fibre d’amianto apre anche un altro problema non meno importante che, ne sono convinto, sarà oggetto di indagine accurata da parte del Ministero dell’Interno. Istituire un hotspot (punto caldo) a qualche centinaio di metri dalla pista 1 dell’aeroporto intercontinentale Leonardo Da Vinci, infatti, sarebbe senz’altro una scelta assurda e incomprensibile sotto tanti aspetti, non ultimo quello che riguarda la sicurezza di un luogo sensibile. Per queste ragioni la maggioranza e il sindaco del Comune di Fiumicino ribadiscono la propria assoluta contrarietà a qualsiasi ipotesi che preveda questa scelta”.