“Apprendiamo da notizie di stampa che il dottor Lazzerini, ad designato di ITA, la nuova compagnia che prende il posto di Alitalia, ha dichiarato, come riportato dal Sole 24ORE, che è giunto il momento di ‘affrontare un capitolo ‘strategico’ per il paese, ovvero il rapporto incestuoso tra le compagnie low cost, le amministrazioni locali e gli aeroporti che operano in regime di concessione pubblica’. E ancora: ‘La concorrenza è bella ma le regole devono essere uguali per tutti’ e quindi ha sottolineato: ‘i soldi dati come incentivi aeroportuali alle low cost sono anch’essi soldi pubblici’.
Insomma, dopo che le compagnie low cost sono state trasferite in massa a Fiumicino, secondo i dati pre-Covid un quarto del totale dei passeggeri annui transita in quello che si ama chiamare l’Hub Intercontinentale ma che, unico al mondo, è diventato ormai un enorme aeroporto low cost, danneggiando così una Alitalia già in difficoltà, ora la nuova ITA teme evidentemente di fare la stessa fine. D’altra parte, è chiaro che a Fiumicino, con i suoi 52 aerei la nuova compagnia rischia di essere il vaso di coccio tra quelli di ferro”. È quanto dice con una nota il Comitato Fuoripista.
“Come Comitato FuoriPista – si legge nella nota– abbiamo denunciato, ormai da un decennio, questa situazione: peraltro abbastanza inascoltati dagli enti preposti così come dalle amministrazioni locali.
Solo recentemente, con la definitiva bocciatura del Progetto di Raddoppio dell’aeroporto, qualche realtà regionale ha iniziato a chiedere l’individuazione di un aeroporto da destinare alle compagnie low cost. Certo, come al solito si rischia di chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati, ma evidentemente per ITA i giochi sono ancora aperti.
È chiaro però che, in questa vicenda, ha un peso decisivo la politica industriale che l’Enac, cioè l’autorità governativa degli aeroporti , intende perseguire. Non solo perché è l’ente preposto a concedere le autorizzazioni alle low cost, ma perché l’indicazione di un terzo aeroporto nel Lazio per le low cost è in capo proprio ad Enac che proprio ora sta lavorando alla definizione del nuovo Piano Nazionale degli Aeroporti.
È anche chiaro che nella situazione attuale e, tanto più senza le compagnie low cost basate a Fiumicino, si evidenzia ulteriormente l’intento speculativo del raddoppio dell’aeroporto e anche solo della realizzazione della quarta pista da costruire dentro una Riserva Statale.
Siamo lieti che il gestore dell’aeroporto di Fiumicino abbia recentemente deciso di adottare una strategia più soft nei confronti della popolazione e del territorio, ma avvertiamo che non sarà sufficiente indossare l’abito dei novelli ambientalisti, vantando progetti di sostenibilità, promuovendo concorsi “ecologici” nelle scuole e dichiarandosi fautori di una riduzione degli inquinamenti che per ora continuano a gravare su chi abita nell’intorno aeroportuale.
Chiediamo infatti che, per procedere su questa strada, per intanto si comincino a rispettare le norme di legge, aggiornando l’impronta acustica ferma al 2005, e devolvendo i cospicui importi derivanti dalle tasse di imbarco (che AdR continua ad intascare a tutt’oggi per opere che essendo state ormai bocciate non verranno più realizzate) a favore di interventi volti a mitigare l’inquinamento dovuto alla presenza dell’aeroporto per i residenti e il territorio, come richiesto nella nostra Piattaforma”.