Alla fine non c’è stato niente da fare. Le onde hanno travolto tutte le barriere e le cabine sono crollate. Un’altra giornata nera della storia della Nave, un sabato 17 da incubo con il libeccio a sferzare a lungo la spiaggia facendo avanzare il mare di altri venti metri. Davide contro Golia ma senza lieto fine, perché il gigante avanza senza freni e sembra capace di inghiottire tutto.
Lo sforzo dei gestori
Eppure i fratelli Sequi, gestori della Nave, avevano fatto tutto il possibile per limitare i danni. Si erano preparati da giorni in previsione della mareggiata mettendo blocchi di calcestruzzo a protezione dei gruppi di cabine spendendo altre decine di migliaia di euro. Venerdì notte, nonostante la burrasca, Indro con la ruspa ha accumulato enormi mucchi di sabbia tra i blocchi e le cabine per rallentare le onde.
La trincea
Una trincea efficace per le prime ore, poi piano piano, l’acqua ha cominciato a scavare sotto il cemento e le cabine del primo e secondo gruppo di sinistra si sono sbriciolate come cartone. La spallata finale dopo i crolli del 14 agosto e dell’8 settembre a segnare la stagione più difficile di sempre dello stabilimento aperto nel 1954. Senza spiaggia, circondato dall’acqua, una Nave mai come ora vera che sembra in mare aperto ma priva dei motori necessari per fronteggiare la tempesta.
Altri danni
Danni anche alle spiagge vicine, il Capri e il Tirreno sembrano crateri lunari, le onde hanno riempito quel poco di arenile rimasto con detriti anneriti. Il Point Break sembrava un fortino sull’oceano, la Vela galleggiava sulle palafitte, l’Arcobaleno resisteva per miracolo alle folate, danni anche alla piscina del Rio.
Fregene affonda
Un bollettino amaro per una situazione ormai segnata, sintetizzata ieri mattina sulla terrazza della Nave da un amareggiato Indro Sequi: “Fregene affonda”, diceva. Già, perché sotto assedio ora non c’è solo l’arenile sud ma tutta la linea di costa del centro balneare arretrata di decina di metri, compreso il Villaggio dei Pescatori a quattro chilometri di distanza.
La visita del vicesindaco
A fine ottobre inizieranno i lavori per la barriera sommersa che dovrebbe frenare l’avanzata del mare, un intervento che si concluderà, però, solo a fine primavera. C’è il rischio che qualche stabilimento non arrivi all’appuntamento a causa delle mareggiate invernali. “Dopo l’aggiudicazione della gara con gli uffici cercheremo di trovare qualche soluzione tampone per aiutare i gestori più in difficoltà”, dichiara il vicesindaco Ezio Di Genesio Pagliuca, ieri alla Nave per esprimere solidarietà ai gestori. Sperando che non sia troppo tardi, perché Golia non è mai sembrato invincibile come in questi giorni.