Due ordini di custodia cautelare in carcere per personaggi “eccellenti”, tre arresti ai domiciliari e due obblighi di residenza:
è il bilancio dei provvedimenti assunti dalla magistratura nell’operazione contro le frodi fiscali condotta dal gruppo Roma II della Guardia di Finanza a Fiumicino.
A finire nel carcere circondariale di Civitavecchia sono stati l’ex presidente del l’Arezzo Calcio, Gino Severini, commercialista romano di 59 anni, e Raffaele Scudieri, 40 anni, commercialista di Fiumicino. Grazie ad un macchinoso sistema di scatole cinesi a beneficio di un noto consorzio operante a livello nazionale nel settore delle pulizie e del facchinaggio sono accusati di aver occultato all’Erario 60 milioni di profitti costruendo fatture false per falsi costi pari a 23 milioni di euro. Ra le vittime ben 1214 lavoratori la cui posizione contributiva risulta irregolare, con un mancato versamento previdenziale di circa due milioni di euro.
L’indagine, durata quasi quattro anni, coordinata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia nella persona del Sostituto Procuratore Paolo Calabria, ha fatto piena luce sull’attività dell’organizzazione, che, grazie ai consigli dei consulenti, aveva creato una rete di una ventina di cooperative, cui erano state preposte “teste di legno”, che venivano fatte scomparire dopo aver addossato loro i debiti tributari e contributivi del consorzio.
Dagli accertamenti delle Fiamme Gialle della Compagnia di Fiumicino, agli ordini del colonnello Teodoro Galeone, resi ardui dalla mancanza di tutta la documentazione amministrativo-contabile fatta sparire per impedire la ricostruzione del giro d’affari, è emerso, oltre all’occultamento al fisco di ricavi per circa 60 milioni di euro, che i proventi della frode fiscale venivano investiti nell’acquisto di immobili, fatti confluire in una società appositamente creata, i cui dominus occulti erano alcuni degli indagati.
Gli elementi raccolti hanno consentito al Pubblico Ministero di richiedere ed ottenere dal gip Giovanni Giorgianni, l’emissione di sette provvedimenti restrittivi della libertà personale e di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili – ubicati a Fiumicino ed a Roma – nonché di conti correnti, per un valore di oltre 10 milioni di euro, volto alla loro confisca “per equivalente”, in relazione alle imposte evase, alle pene pecuniarie ed agli interessi maturati.
L’inchiesta vede indagate complessivamente 49 persone, tra capi, gregari e professionisti che dovranno rispondere del reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.
(Il Messaggero.it)
2013-08-03