Per i chioschi e i dehors su via della Torre Clementina i problemi non sono ancora superati. I lavori per il secondo lotto della strada prevedono lo spostamento dei chioschi attuali che dovranno essere trasferiti sul lato opposto, accanto alla banchina, per liberare spazio alla passeggiata. Secondo il progetto iniziale i nuovi chioschi dovrebbero avere un aspetto molto diverso, diventare su due livelli con ampie vetrate e affacci panoramici sul Porto Canale. Tuttavia questa impostazione non ha trovato adesioni unanimi, per alcuni l’ingombro sarebbe eccessivo e danneggerebbe la vista sul fiume. C’è poi il problema dell’impossibilità dell’accesso ai disabili al secondo piano, rilievo fatto presente durante la discussione in Commissione. Ma prima ancora bisogna risolvere questioni legate ai rinnovi delle concessioni, alle occupazioni di suolo pubblico, alla sostenibilità economica degli impianti. Insomma, nulla di irrisolvibile, ma neanche così semplice come sembrava.
Complicazioni anche per i dehors, le strutture esterne da realizzare davanti ai locali nel tratto di via della Torre Clementina già terminato, tra largo dei Delfini e piazza Grassi. La Giunta comunale il 29 aprile del 2019 ha approvato il Disciplinare per la concessione di demanio stradale. Le attività commerciali, “a partire dall’entrata immediata in vigore del disciplinare”, potevano procedere alla realizzazione delle strutture esterne nel rispetto di quanto previsto dal regolamento stesso, concordato tra Amministrazione comunale e commercianti.
Eppure, nonostante le numerose domande presentate, nessuno è ancora riuscito a mettere una pergotenda, anche se in questo momento con il Covid ce ne sarebbe un grande bisogno, visto che alcuni locali sono piccoli e non hanno proprio possibilità di accogliere i clienti. Il problema nasce dal fatto che la Sovrintendenza ha chiesto di staccare le pergotende dal palazzo. Un po’ come in via Veneto a Roma, dall’edificio ai dehors bisognerebbe mantenere una distanza significativa nel rispetto dei vincoli ricadenti sulla struttura disegnata dal Valadier. Ma questo spostamento azzererebbe di fatto lo spazio per la passeggiata sul marciapiede vanificando l’intera filosofia del progetto.
Una ciambella di salvataggio potrebbe venire dalla Legge 11 settembre 2020 n. 120, il “Decreto Semplificazioni”, in base al quale all’art. 10 sarebbe possibile installare, anche su edifici soggetti a vincoli architettonici “strutture leggere se facilmente rimovibili”.
Gli uffici tecnici stanno ora verificando, anche per evitare un braccio di ferro con la Sovrintendenza, la possibilità di arrivare a una mediazione utile per tutti. Ma bisognerebbe fare presto, ora che i locali hanno riaperto per poter ripartire è fondamentale per tanti avere la possibilità di utilizzare al massimo lo spazio esterno. Anche perché senza dehors la riqualificazione della via non potrà dirsi completa, perché un conto è ospitare i clienti con tavolini e sedie dislocati in ordine sul viale allargato sotto strutture leggere, dello stesso colore, uniformi, capaci di migliorare l’ambiente urbano e potenziare la vocazione turistica e commerciale della strada. Un altro lasciare quella babele di tende variopinte, coperture in plastica o alluminio di diverse forme e fogge, queste sì a cozzare contro le linee architettoniche volute dal Valadier. “Strutture eleganti apribili sui lati, uguali per tutti nella forma e nel colore, passeggiata libera sul marciapiede per il flusso pedonale, tutti presupposti fondamentali per rendere via della Torre Clementina un luogo sempre più attrattivo e unico per Fiumicino”, dichiara il vicesindaco Ezio Di Genesio Pagliuca.