Continuano ad emergere particolari inquietanti sull’affaire Cerroni. Molti i politici e i funzionari che lo aiutavano a raggiungere i suoi obiettivi, in particolare alla Provincia e alla Regione. Pubblichiamo uno degli articoli che Il Messaggero dedica oggi all’inchiesta.
Rifiuti Roma, i politici al telefono: «Legge ad hoc per Cerroni»
di Sara Menafra
Lo aiutavano, volevano aiutarlo. Nella sede della Regione Lazio, ma con telefonate di sostegno, provenienti anche dalla Provincia e dalla politica nazionale. Ci voleva poco per cambiare le normative regionali pur di accontentare le richieste del ras delle discariche Manlio Cerroni.
Su quale fosse il tornaconto per questa disponibilità la magistratura romana sta ancora indagando. Ma qualche volta bastava un incontro: il “Supremo” e il politico, a quattr’occhi e le cose si sistemavano. Il caso più clamoroso è probabilmente la modifica del piano di Impiantistica regionale. Riveduto e corretto in modo che nei nuovi progetti fosse inserito il Gassificatore di Albano Laziale. La prima casella da spostare, come ha dimostrato l’inchiesta del pm Alberto Galanti e dei Carabinieri del Noe, è la nomina di Mario Di Carlo alla gestione dell’intera partita dei Rifiuti. Il 30 maggio 2008, Di Carlo chiama Cerroni per annunciargli che anche il presidente della Provincia eletto dal Pd è dalla sua parte. Di Carlo: «Zingaretti sta lavorando per farmi fare… secondo lui dovrei fare il vice presidente con la delega all’energia ed ai rifiuti»; Cerroni: «Dove?»; Di Carlo: «In Regione»; Cerroni: «Bè scusa, quello che c’è che fa… due vicepresidenti»; Di Carlo: «No quello (Montino ndr) va a fare l’assessore alla sanità».
«TUTTO IL PD È D’ACCORDO»
Il discorso si sposta velocemente all’altra richiesta dell’imprenditore. Di Carlo: «Comunque ieri abbiamo approvato il documento»; Cerroni: «Ieri sera?»; Di Carlo: «Ieri sera, sì»; Cerroni: «L’avete approvato dove, in Consiglio?»; Di Carlo: «No, no, l’abbiamo approvato nel Partito Democratico e quindi…Alla fine è prevalsa la mia linea»; Cerroni: «E quindi significa che lo portano adesso»; Cerroni: «Sì ma lui è stato chiaro, pure Marrazzo è stato chiaro». Il documento su cui si tratta è centrale per il progetto di Cerroni: rispetto al piano approvato nel 2007, si aumentava l’«impiantistica regionale», permettendo la costruzione dell’inceneritore di Albano, in una zona in cui esistevano già una discarica e un impianto di trattamento. L’unico contrario al progetto era l’assessore all’Ambiente Zaratti. Ma anche in questo caso, scrivono i Carabinieri, basta una visita alla discarica di Malagrotta per fargli cambiare idea. L’11 giugno 2008, Luca Fegatelli, Direttore dipartimento Territorio, chiama Cerroni. Fegatelli: «Zaratti era contento?»; Cerroni: «No, ma poi quando è chiuso, poi l’ho visto a quattr’occhi, no? Per Parlare anche di Albano, poi ti dirò». Il 14 giugno arriva anche l’ok di Montino, nel corso di una riunione.
I Carabinieri del Noe dedicheranno un capitolo proprio al suo ruolo, con un giudizio molto duro: «Le conversazioni registrate permettevano di porlo al centro dell’attenzione quale soggetto politico di riferimento delegato da Marrazzo quale referente per la conduzione dell’operazione legata alla realizzazione dell’impianto di Albano Laziale». Alla vigilia della votazione, concludono i carabinieri, il quadro è chiaro. Zaratti voterà contro con un voto «concordato in maniera tale che il risultato finale avrebbe condotto ad un effetto complessivo positivo». Cerroni lo racconta al deputato del Pd Renzo Carella. Cerroni: «Ti ho detto che quattro cinque giorni fa Zaratti ha visitato Malagrotta?»; Carella: «No non lo sapevo»; Cerroni: «È rimasto direi estasiato, gli ho detto lo vedi che questi impianti si potrebbero fare a piazza Venezia. Dice sì hai ragione e m’ha detto anche che hanno raggiunto un accordo per Albano»; Carella: «Albano loro voteranno contro.. è tutto concordato»; Cerroni: «Certo, certo».
LE TARIFFE CAMBIATE
Di soldi, da guadagnare grazie all’appoggio di una «forza politica» o da pagare, visto che qualcuno risponde «quelli servono sempre», gli uomini di Cerroni parlano anche nel 2011, quando l’amministrazione regionale è cambiata. Annotano i Carabinieri che le «società del gruppo Cerroni sono in procinto di richiedere un finanziamento pari a 650.000.000 di euro per la realizzazione di nuovi impianti», stavolta nella zona di Anzio e Nettuno. L’idea, come è già accaduto in questa inchiesta, è che il gruppo debba spendere il meno possibile e che le amministrazioni comunali paghino due volte: «La prima volta con le rideterminazioni tariffarie in itinere e successivamente, a seguito della realizzazione degli impianti, con l’incremento della tariffa». La conversazione è tra Bruno Landi, del gruppo Cerroni e Romano Giovannetti, capo segreteria dell’assessore Di Paolantonio, capace, scriverà il gip, di orientarne a proprio piacimento le decisioni. L’assessore è, secondo il Noe, «la forza politica utile a far pressione sulle banche». Nell’intercettazione ambientale (con le microspie che Fegatelli scoprirà qualche giorno dopo) a un certo punto il giovane politico si inserisce. Di Paolantonio: «Se noi riuscissimo con una certa concomitanza con una vicinanza dei tempi, nell’adeguamento delle tariffe e restyling del post Malagrotta, io a quel punto non c’ho manco imbarazzo a dire vabbé pagate un euro in più come cittadini».
I SOLDI
C’è poi una nota che i Carabinieri lasciano aperta, adombrando il sospetto di tangenti. Quando Di Paolantonio esce dalla stanza, Landi e Giovannetti abbassano la voce: «Nella parte finale della conversazione si ascoltava una promessa prospettata da Landi a bassissima voce. È verosimile ritenere che la “promessa” sia di un “conquibus” (denaro ndr) poiché il capo segreteria risponde con la massima “quelli servono sempre, tu lo sai”. Ciò in risposta ai tanti interrogativi posti sul perché di una condotta fin troppo servile ed ossequiosa tenuta dal Giovannetti nei confronti dell’avvocato Landi».
Più o meno in quei giorni, Giovannetti omaggia Landi anche con un’altra carineria. Nella relazione della commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, Malagrotta, già allora e notoriamente la più grande e contestata discarica dell’Europa occidentale, sarà citata come «unica efficienza nel Lazio». Giovannetti: «Presidente, ti volevo solo dire una che ti dovrebbe far piacere, oggi nella risoluzione al Senato, sulla commissione di indagine sui rifiuti»; Landi: «Sì»; Giovannetti: «C’è un passaggio, se tu vuoi poi, c’ho la copia, perché gliel’ho corretta insieme a Marotta al nuovo senatore che ha sostituito De Angelis che è del Fli…fa gli elogi che l’unica efficienza che ci sta nel Lazio sono gli impianti di Malagrotta».