A un mese dall’avvio della procedura di revoca della Regione tutto tace
“Per la case ERP via Berlinguer sono ormai 30 giorni che la Regione Lazio ha avviato la procedura di revoca del finanziamento pubblico al costruttore fallito e nel frattempo il Comune di Fiumicino che fa? Dopo la tegola politica (e amministrativa) giunta dalla Regione Lazio ormai un mese fa sul Comune di Fiumicino, strenuo sostenitore del patto scellerato col curatore fallimentare ai danni dei cittadini e del fine sociale dell’edilizia ERP, dall’amministrazione locale ancora non arriva il benché minimo segnale di ravvedimento, nemmeno attraverso l’avvio di una procedura di revoca della concessione territoriale.
Contesto assurdo visto che la procedura di revoca del finanziamento pubblico, una volta conclusasi, toglierebbe qualsiasi incombenza al Comune, anche di tipo economico ed ipotecario, in quanto verrebbe a mancare il presupposto cardine dell’esistenza stessa della Convenzione. Evidentemente in Comune non è abbastanza chiaro, ma sul palazzo di Via Berlinguer la Regione ha, di fatto, applicato i poteri sostitutivi nei confronti di Fiumicino. Cioè ha scavalcato coloro che nell’amministrazione locale finora hanno fatto il contrario di tutto ciò che avrebbero dovuto e potuto fare, perseguendo finalmente l’applicazione della normativa a tutela del fine pubblico e sociale dell’opera.
Difatti la Regione nel proprio provvedimento datato 9/12/2019, scrive: “La scrivente Amministrazione Regionale intende perseguire le finalità sociali, poste a base del bando per la realizzazione del Programma sperimentale di edilizia Residenziale pubblica agevolata, provvedendo al recupero del finanziamento erogato.” Atto al quale, nel frattempo, l’amministrazione Comunale avrebbe potuto almeno affiancare un avvio del procedimento di riacquisizione a patrimonio pubblico di terreno e palazzo (procedimento tra l’altro previsto della Convenzione in caso di fallimento del concessionario) per poi sfociare nell’annullamento a iter Regionale concluso.
Invece al Comune proseguono nel silenzio imbarazzato di chi non sa che fare, che balbetta davanti alla realtà dei fatti. Poco male se ciò non avesse conseguenze dirette sul fine sociale del bene e il futuro delle famiglie, ma questa impasse rischia di dare adito alla procedura fallimentare di proseguire, quantomeno sugli appartamenti del fallito, alla vendita all’asta. Una conseguenza che complicherebbe il contesto e che eleverebbe esponenzialmente anche l’entità dell’eventuale danno erariale, in quanto qualcuno dovrebbe poi risarcire con i soldi pubblici i compratori privati.
Neanche su questo fronte ci risulta che il Comune si sia sincerato delle intenzioni del fallimento all’indomani della procedura avviata dalla Regione. Allora chiediamo al Comune di Fiumicino di dichiarare la propria posizione pubblicamente, a maggior ragione perché trattasi di E.R.P., quindi di alloggi sociali, di beni e soldi pubblici. I cittadini e le famiglie hanno il diritto di sapere cosa ha intenzione di fare ufficialmente il Comune e quali sono i motivi per cui non sta seguendo la Regione su questo percorso di tutela pubblica e sociale.
Finora il Comune di Fiumicino non ha né indetto un Consiglio straordinario nonostante la richiesta firmata da 5 consiglieri né risposto ad una PEC d’incontro col sindaco da parte del numero uno del sindacato ASIA-USB Angelo Fascetti. Come Comitato stiamo ancora aspettando la seconda Commissione trasparenza promessa dal consigliere D’Intino addirittura all’indomani della prima ed unica risalente ormai al 3 Marzo 2019!
Tutte occasioni dove i rappresentanti politici e amministrativi del Comune sarebbero tenuti ad esporre ufficialmente posizioni e motivazioni, soddisfacendo così la trasparenza della cosa pubblica. Attendiamo un rapido riscontro.
Comitato Via Berlinguer