Dovevano essere una cinquantina. Poi la cifra è scesa a trenta, infine a una decina con location non più concentrate su una struttura a due passi dal centro storico, ma più periferica. E invece nessun profugo arriverà a Capalbio (almeno per ora), il borgo maremmano diventato l’emblema della mondanità radical chic. Il bando di accoglienza per il 2016, molto contestato soprattutto dai residenti più blasonati del comune in provincia di Grosseto, è stato di fatto annullato e il nuovo prefetto Cinzia Teresa Torraco ha deciso di ripartire con un’altra gara. I motivi? Si parla di problemi organizzativi, burocratici e di tempo e vari intralci legali.
Alcune associazioni, infatti, avevano fatto ricorso contro l’arrivo dei profughi. Altre, invece, si erano espresse positivamente e alcuni proprietari di casali avevano espresso il desiderio di ospitare alcuni migranti e c’è chi aveva organizzato un piano per impegnare gli ospiti in lavori socialmente utili.
Polemico il sindaco di Capalbio, Luigi Bellumori (Pd). «I profughi non arrivano più? Chiedetelo alla prefettura», risponde. Ma come lei, signor non è stato avvertito? «Io non parlo dei profughi con i giornalisti, cosa delicata, chiedetelo alla prefettura. Grazie per quello che state facendo». Poi una frase inviata via sms: «Ci fate passare sempre da idioti – scrive Bellumori al cronista – ad ognuno la sua competenza. La gestione migranti è nota è in capo alla prefettura. Fateci passare loro da idioti se vi riesce». La scorsa estate a Capalbio il no di una parte di capalbiesi e dei così detti vip della «Piccola Atene» aveva suscitato polemiche a non finire con tanto di ricorsi e controricorsi.
Dal Corriere della Sera / di Marco Gasperetti