La lunga mano della camorra è arrivata anche a Fregene. Uno dei 24 locali sequestrati nell’operazione “Pizza Connection” è il ristorante – pizzeria dello stabilimento Oasi, un bagno storico del centro balneare.
I cui titolari dell’Oasi Srl, però, nulla hanno a che vedere con i gestori del locale. Affidato nel maggio scorso con un contratto di gestione ad una società evidentemente riconducibile alla galassia messa in piedi dai fratelli Righi e dai loro soci. Un intreccio di società, conti correnti, immobili, con un giro d’affari enorme che da Napoli, dopo essersi ramificato ovunque nella capitale, aveva cominciato ad allargare la tela verso il litorale romano. Sembra che sia stato proprio uno dei fratelli Righi, Luigi, a volere il ristorante on the beach, anche se poi a figurare era la moglie insieme ad un socio che gestiva di fatto l’attività. Un contratto stipulato a maggio 2013 con i titolari dello stabilimento e valido fino a settembre, anche se poi gli era stato concessa una proroga: aprire nei fine settimana di sole autunnali. Così, quando mercoledì mattina gli uomini del nucleo investigativo dei carabinieri sono andati a sequestrarlo, il ristorante era chiuso, all’interno c’era solo un ragazzo intento a fare una riparazione. Ieri, dopo la nomina di un amministratore giudiziario, il locale è stato riaperto.
Naturalmente nel ristorante non mancava la pizza, il marchio di fabbrica della organizzazione, anche a pranzo in riva al mare dal forno uscivano continuamente focacce e margherite. Era forse quella l’unica nota di colore della “nuova gestione”, per il resto passata senza nulla di insolito da segnalare. “A pensarci bene è sembrato strano che per un contratto così breve spendessero tanti soldi per la ristrutturazione, avevo sentito parlare di almeno 60 mila euro”, commenta un cliente del ristorante.
“Siamo sorpresi, è la prima volta che la criminalità organizzata sbarca a Fregene – commenta Italo Bova, gestore di lungo corso dello stabilimento La Rivetta – mentre in altre località della costa il riciclaggio ha fatto vittime illustri, qui non esistono precedenti di questo tipo. Un episodio che deve far riflettere anche sul futuro di questa categoria, mettere le concessioni all’asta potrebbe essere un gran bel regalo per chi deve riciclare fiumi di denaro sporco”.
2014-01-24