A quando la revoca/revisione della concessione?
Dal giorno del tragico crollo del ponte Morandi a Genova, la Concessione autostradale è stata portata all’attenzione dell’opinione pubblica italiana, ma, in questi giorni, è assurta agli onori della cronaca giudiziaria, dopo l’arresto dell’ex AD Castellucci, già AD anche di AdR , il quale avrebbe agito – come riporta la motivazione all’arresto – per evitare gli esborsi eccessivi che il rispetto delle norme di sicurezza avrebbe comportato (evidentemente troppo onerosi per una società ha distribuito ben 9 miliardi di euro di dividendi nel corso degli ultimi anni!).
Sarebbe oggettivamente e politicamente inspiegabile se la revoca/revisione della concessione ASPI non fosse seguita da un identico approccio da parte dello Stato, con le dovute e opportune varianti, nei riguardi di quella ADR, che ne è, sotto molti aspetti, “figlia”. Tanto più che anche in questo caso le ragioni certo non difettano.
Dopo la bocciatura del Masterplan 2030 – Aeroporto di Fiumicino da parte della Commissione tecnica VIA/VAS dell’ottobre 2019, il cui parere negativo è stato incorporato, ad agosto 2020, in un decreto ministeriale congiuntamente firmato dal Ministro dell’Ambiente Costa e da quello dei Beni Culturali Franceschini, ci attendevamo che ENAC e il Ministero dei Trasporti sottoponessero a immediata revisione la Convenzione Enac-AdR firmata nel 2012.
La Convenzione infatti prevedeva una serie di opere (2 piste aggiuntive, una nuova aerostazione a Nord dell’attuale, un svincolo autostradale per l’accesso alla nuova aerostazione, ecc.) che a questo punto non sono più realizzabili in quanto bocciate, con apposito decreto, da ben due Ministri dell’attuale Governo, i summenzionati Costa e Franceschini. Una delle due piste, la quarta, avrebbe dovuto essere realizzata entro l’anno 2019, mentre le restanti opere dovevano partire dal primo gennaio 2021. NULLA DI TUTTO CIO’ SI E’ REALIZZATO! NE’ POTRA’ REALIZZARSI.
Inoltre, come corrispettivo per tali opere infrastrutturali, la stessa Convenzione, prevedeva un aumento medio a passeggero della tassa di imbarco di circa 10 euro, aggiornabile annualmente sulla base di parametri definiti. La bocciatura della Quarta Pista e dell’intero Masterplan 2030 hanno definitivamente archiviato tali opere, ma non il relativo aumento della tassa d’imbarco, che AdR continua ad incassare.
ENAC perciò avrebbe dovuto già intervenire per evitare che i passeggeri paghino una tassa di imbarco corrispondente a opere irrealizzabili, invece ha incredibilmente ricorso al TAR contro il provvedimento ministeriale che boccia il MasterPlan 2030.
Alla Ministra dei Trasporti, on. De Micheli, solitamente molto ciarliera, ma, molto silente sulla concessione aeroportuale di Fiumicino, chiediamo, e non per la prima volta, di procedere alla immediata revisione e/o revoca dell’Atto Unico Convenzione – Contratto di Programma ENAC-AdR.
La maggior parte delle opere previste per un corrispondente valore di circa 8 mdi, come di tutta evidenza, non è più realizzabile, ma soprattutto le ottimistiche previsioni di traffico che stanno a fondamento di tale Atto sono diventate, in era postCovid, del tutto irrealistiche.
Inoltre, il nostro Comitato, alla luce dei bilanci ADR dal 2012 in poi, ritiene che ADR non abbia rispettato nel corso della gestione dal 2012 in poi la legge 78/2009, quella che ha permesso ad ENAC ed ADR di convenire un regime tariffario in deroga rispetto a quello vigente sino al 2012 ed assoggettato all’approvazione del Comitato Interministeriale Prezzi (CIPE).
Infine, segnaliamo all’on. Ministra, ma anche agli altri componenti il Governo ed al Presidente del Consiglio, non bastassero le ragioni sin qui rappresentate, che la Concessione-Contratto di programma Enac-AdR contiene le stesse anomalie, tutte a favore del concessionario, in termini di remunerazione del capitale e di equa assunzione dei rischi, della più nota Concessione autostradale di ASPI, Autostrade per l’Italia.
Comitato FuoriPISTA