“Protestare per quello che è il frutto di una loro decisione sfiora il ridicolo: la questione dell’installazione della seconda antenna a Focene parte da lontano, ma sembra che non si voglia ricordare, quindi bisogna fare un passo indietro”. A parlare in un comunicato stampa è Francesca De Pascali della lista Civica Crescere Insieme.
“Il Comune – spiega De Pascali – è dotato di un piano antenne che è stato emanato dalla prima Amministrazione Montino nel 2015. Nel 2020, quando è stata installata la prima antenna a Focene, Baccini e Severini chiesero una Commissione trasparenza per verificare che ci fossero i presupposti per l’installazione. Ai fini legali la legge nazionale lo permette e, durante la Commissione trasparenza, l’attuale opposizione tirò fuori la legge Gasparri per dimostrare che era tutto nella norma.
Quello che vediamo ora, è una protesta contro il risultato di una regolamentazione non approvata da noi. Quello che sta facendo questa Amministrazione è studiare un piano regolatore sulle antenne che può imporre delle prescrizioni urbanistiche, cosa che fino ad ora non è stata mai fatta”.
“Alla arroganza di governo dovrebbe almeno accompagnarsi la forza della conoscenza”. Così replica la consigliera Pd Erica Antonelli, commentando le dichiarazioni della consigliera De Pascali sul regolamento comunale antenne del 2015.
“Nel 2015 – spiega Erica Antonelli il Piano Antenne – fu varato proprio con l’obiettivo di limitare il proliferare delle richieste di installazione ai sensi della legge Gasparri. La consigliera De Pascali forse non lo ricorda, ma lo ricordo bene io, che anche in quegli anni ero componente della commissione Ambiente. Con quel regolamento provando a disincentivare queste richieste, mettendo dei paletti stringenti e cercando di tutelare siti sensibili, come le scuole. Purtroppo i regolamenti comunali poco possono rispetto alle leggi di rango superiore.
A rigore di norma fu proprio il decreto Gasparri a designare tali infrastrutture come di interesse nazionale, consentendo la loro installazione in qualsiasi area urbana, anche derogando ai piani urbanistici locali. Il Codice delle comunicazioni elettroniche, varato nel 2003 successivamente modificato nel 2012, ha ulteriormente supportato gli operatori di telefonia, eliminando la distanza minima tra i ripetitori e le abitazioni. Ulteriori modifiche di semplificazione nel 2020 hanno introdotto la possibilità, per i Comuni, di regolamentare le istallazioni di antenne escludendo, tuttavia, la possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio. Questi sono i fatti. Il resto sono chiacchiere che strumentalizzano le legittime paure dei cittadini, ma a cui non seguono atti concreti di questa attuale amministrazione”.