“Ogni volta che si parla di nuovo piano industriale per Alitalia che non punti solo alla salvezza, ma ad un rilancio strategico della compagnia, che sia consapevole della storia e della grande funzione che svolge in quanto compagnia di bandiera di un grande paese come l’Italia, non si può che esserne lieti. Per questo rinnovo il mio apprezzamento al ministro Patuanelli e alla ministra De Micheli che hanno avuto modo di confermare l’intenzione del governo di dare un futuro all’azienda”. Lo dichiara il sindaco di Fiumicino Esterino Montino.
“Tuttavia – chiarisce il sindaco − come ho più volte ricordato, anche di recente, questa amministrazione rimane fortemente preoccupata per l’attuale stato di Alitalia. A differenza di quanto riferito dai commissari, infatti, i dati in nostro possesso fotografano una situazione ben più drammatica sia sotto l’aspetto della liquidità finanziaria, sia sotto l’aspetto dell’indebitamento, sia sotto l’aspetto del rapporto con le società fornitrici per quanto riguarda il leasing degli aerei, la manutenzione degli stessi e i contratti di approvvigionamento di carburante.
I nostri dati ci dicono che la posizione finanziaria netta della compagnia è in negativo di oltre 200 milioni. Vanno considerati, poi, gli 80 milioni che erano in cassa al momento della dichiarazione di insolvenza, i circa 50 milioni di sopravvenienze incassati da Etihad, i 900 milioni di prestito dallo Stato.
Da amministratore di lungo corso, mi permetto sommessamente di suggerire che nel giro di pochi giorni e non il 15 ottobre alla scadenza della proroga, i commissari formalizzino un rendiconto preciso e circostanziato, con tutte le voci che riguardano l’andamento attuale e lo stato di salute della compagnia per evitare spiacevoli sorprese nel corso della seconda fase, quella di definizione del piano industriale e di scelta dei partner che porteranno avanti il progetto di rilancio di Alitalia.
È necessario ufficializzare i dati a tutti i livelli istituzionali interessati alla vicenda, compresi quegli enti locali su cui ricadrebbero le conseguenze di un’eventuale fallimento dell’operazione. Enti locali che, con uno grave sgarbo istituzionale, non vengono mai né informati né coinvolti quando sono quelli i cui territori subiscono le conseguenze più gravi in termini di tessuto economico e sociale”.