Alessandro Lambiase, 44 anni, lo chef della Tenuta del Duca, ha avuto la fortuna di fare il lavoro che sognava. Un percorso che testimonia come il coraggio nel seguire la propria passione premi sempre. All’inizio faceva il progettista di piani formativi per le aziende, un mestiere completamente diverso, anche se la cucina era sempre nel suo cuore. Fin da giovane, quando ha iniziato a leggere libri sul tema frequentando ristoranti per pensare a nuove ricette, abbinamenti e tecniche di impiattamento. A 33 anni la svolta, durante l’estate del 2013 si presenta al ristorante “L’Osteria dell’Orologio” per fare una prova. Il giorno dopo ritorna, non andrà più via. Dopo aver lasciato il vecchio lavoro, inizia sul serio la gavetta, spinto anche dai consigli dell’esperto chef Marco Claroni, che lo indirizza verso il corso di formazione “A Tavola con lo chef”, dove è da anni docente. Superato il corso, viene assunto nel ristorante e inizia come tuttofare: aperitivi, poi crudi, cotti e pasticceria. Brucia le tappe, ricoprendo ruoli sempre più importanti, fino a diventare sous-chef di Claroni.
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Oggi dirige la cucina della Tenuta del Duca, accanto a un altro chef esperto come Rosario Malapena. Una cucina la sua ispirata dalla leggerezza, un equilibrio perfetto tra gourmet e tradizione.
“Elegante ma senza eccessi per valorizzare al massimo la materia prima e allo stesso tempo una cucina più casalinga, pensata per accontentare i clienti che cercano un’esperienza quotidiana, semplice ma ricca di sapore – racconta Alessandro, sempre sorridente – L’obiettivo è offrire piatti che ricordino le vecchie tradizioni, come zuppe e minestre, capaci di evocare sensazioni di casa, ma preparate con un tocco di modernità”.
Tra i piatti che più riflettono questa filosofia ci sono la zuppa di lenticchie, luganega e cavolo toscano, la minestra di ceci, cicoria e cozze. “Per i clienti più affezionati, quelli che vengono ogni giorno – aggiunge – la cucina è pensata per essere leggera, informale e gustosa, mantenendo sempre un occhio alla stagionalità degli ingredienti.
Antipasti, carne, pesce, minestre, il menù è solo un punto di partenza perché Alessandro naviga spesso “a vista”, in base alla spesa del giorno e ai desideri dei clienti. La carne è un punto di riferimento con piatti come la polpetta fritta, le costolette di suino o tagli pregiati alla brace, tutti caratterizzati da un sapore confortante e familiare. Il pesce, invece, viene trattato in maniera più gourmet, ma senza mai rinunciare a una componente di familiarità. Tra le proposte più intriganti ci sono la cerina affumicata con patate, carciofi e nduja, e il polpo con cavolfiore, prosciutto brado e sedano.
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Il menù varia in base alla stagionalità, con piatti come lo spaghetto con lupini sgusciati, la trenetta con puttanesca di tonno e il tortello d’arzilla. Tra i piatti di carne, spicca il raviolo del plin ripieno di fagiano, mela e nocciola. I secondi piatti dipendono principalmente dal pescato del giorno, con la zuppa di pesce – uno dei punti di forza – con l’aggiunta di molluschi e crostacei, cotta in un padellotto di rame per un sapore ancora più autentico. Il pane e i grissini, preparati ogni giorno da Alessandro con farine biologiche ai cinque cereali, più grezze rispetto alla tradizione. I dolci sono un’altra eccellenza della cucina della Tenuta del Duca: tiramisù servito in bicchiere con savoiardi fatti in casa e una cremosa crema catalana.
Creatività e libertà, sono il motto di Lambiase, sempre di buon umore quando sta ai fornelli. Perché per lui la cucina è innanzitutto divertimento. Un continuo gioco di creatività, sperimentazione e passione nell’offrire ai clienti esperienze gastronomiche uniche e appaganti. Senza tirarsela, anzi cantando mentre prepara i suoi piatti migliori.