Uno dei benefit che maggiormente interessano i dipendenti, soprattutto quelli che devono percorrere ogni giorno svariati chilometri per andare al lavoro e poi tornare a casa, è il bonus benzina.
Questa agevolazione non va ad incidere sulla tasca dei collaboratori, che possono così sgravarsi di una spesa non indifferente come appunto il rifornimento della propria auto.
Per chi beneficia di questo bonus sono in arrivo importanti novità, almeno per quanto riguarda le tasse da pagarci sopra. In questo articolo analizziamo meglio quali sono le novità introdotte da un punto di vista fiscale ma, per approfondire ulteriormente il funzionamento, è possibile leggere il contenuto di approfondimento sui buoni benzina.
In base al Decreto-legge Carburanti, approvato lo scorso 21 febbraio 2023 alla Camera e che dovrebbe ottenere definitivamente il via libera dal Senato nel mese di marzo, i bonus benzina, detti anche buoni carburanti, subiranno piccole modifiche che però non determineranno cambi radicali nel funzionamento del benefit.
I datori di lavoro, che intendono riconoscere questo buono ai loro dipendenti, continueranno a beneficiare delle stesse agevolazioni fiscali che erano già previste per l’anno 2022.
A partire dal nuovo anno però l’esenzione sarà esclusivamente fiscale, ma non da un punto di vista contributivo.
Riassumendo quindi il valore dei buoni benzina, o di altri titoli simili che il datore cede ai suoi dipendenti, per il periodo di tempo che va dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 non concorre alla formazione del reddito, se l’importo non è superiore a 200 euro.
La principale novità di quest’anno risiede proprio nel fatto che il bonus benzina prevede un’agevolazione esclusivamente fiscale, ma non contributiva.
Da un punto di vista pratico quindi cosa cambia? In sostanza, quando si determina la retribuzione imponibile da un punto di vista previdenziale, bisogna considerare che il contributo erogato per il bonus benzina, entro il limite stabilito di 200 euro, non concorre alla formazione del reddito di lavoro dipendente.
Se la soglia massima di 200 euro viene superata, allora bisogna includere nel reddito da lavoro dipendente l’intera somma ottenuta ed erogata dal datore.
L’importo totale viene infine sottoposto al prelievo fiscale per ottemperare alla nuova normativa.
Nonostante queste piccole variazioni, che comunque non vanno ad intaccare più di tanto il funzionamento e i benefici, il bonus benzina continua a rappresentare una delle agevolazioni più apprezzate dai dipendenti, soprattutto dai pendolari o da quelli costretti a percorrere svariati chilometri ogni settimana per raggiungere il posto di lavoro.
Del resto, in questa particolare congiuntura storica, il carburante ha raggiunto prezzi molto elevati che rischiano di erodere in modo significativo il potere d’acquisto delle famiglie e gli stipendi dei dipendenti.
Proprio per questo motivo il bonus benzina è un valido alleato per i collaboratori, ma anche per gli stessi datori di lavoro che garantiscono ai loro dipendenti un beneficio tangibile che assicura un’importante stabilità economica.