“Caro don Tommaso, un’assemblea particolare di saluta, un cardinale che hai condotto al sacerdozio, due vescovi, le autorità cittadine, ma soprattutto l’autorità del popolo di Maccarese che ti ha tanto adorato”.
Sono le parole pronunciate dal vescovo Gianrico Ruzza nell’omelia per le esequie di don Tommaso Fanti, morto il 5 gennaio, presiedute ieri pomeriggio dal cardinale Enrico Feroci e concelebrate dal vescovo di Porto-Santa Rufina dall’emerito Gino Reali e da molti sacerdoti.
La chiesa di San Giorgio a Maccarese era piena di generazioni di donne e uomini cresciute dal 103enne sacerdote, tra gli amministratori della città di Fiumicino presenti il sindaco Esterino Montino e il vice sindaco Ezio Di Genesio Pagliuca.
Per “50 anni sei stato dispensatore fedele dei misteri divini tra la tua gente, e come sai un prete appartiene alla gente a cui viene affidato. Quante sono le persone che hai costituito nella fede? Sei stato un uomo della Chiesa e nella Chiesa, un signore nei modi e considerato da tutti un patriarca”, ha aggiunto il pastore.
“Un servo buono e fedele che ora viene accompagnato dal suo popolo a incontrare la misericordia divina” perché il passaggio della morte è il «momento della verità per chi annuncia il Vangelo. È il giorno di esultanza per il trionfo della vita sulla morte”.
Il cardinale Feroci cresciuto nella fede a Torrimpietra ha condiviso alcuni dei pensieri scritti dal sacerdote per lui, negli anni Cinquanta, quando iniziava il suo percorso in seminario. “Sei diventato più buono, la tua volontà è diventata più forte? Hai capito cosa chieda da te il Signore?” e poi la raccomandazione sull’essere sincero e sull’amore la Madonna.
Un padre nella fede capace di incoraggiare il giovane seminarista invitandolo a fare il proprio lavoro e ad esserne contento, “studia ma non avvilirti”. E che gli suggeriva: “gioca e gioca tanto e gioca con tutti i tuoi compagni, devi essere amico di tutto”. In ultimo, il cardinale restituisce la preghiera a quel sacerdote che gli assicurava il suo quotidiano sostegno spirituale, e commosso lo ha salutato: “Ti ho voluto bene e ti voglio bene”.
Fonte: Diocesi Suburbicaria Porto-Santa Rufina