Anas verso l’apertura del cantiere per rifare il viadotto, senza viabilità alternativa si rischia la paralisi. Serve allargare il vecchio Ponte della Scafa e via dell’Aeroporto
Notizie confortanti giungono da Anas relativamente ai lavori in corso e programmati su Ponte della Scafa e viadotto di via dell’Aeroporto di Fiumicino. Per quanto riguarda lo storico ponte sono stati ultimati i lavori di ripristino delle strutture sotto il piano carrabile e come preannunciato si è passati ora ai parapetti e ai camminamenti laterali per poi completare il tutto, compresa l’eliminazione degli attuali dossi, con la nuova asfaltatura. Alla fine si tornerà alle condizioni precedenti alle limitazioni imposte e con una notevole soddisfazione.
Per quanto riguarda il tratto di viadotto di via dell’Aeroporto interessato dai lavori di demolizione e ricostruzione totale, il tratto da via Montgolfier a via Carlo del Prete, i tecnici dell’Anas hanno annunciato la fine della progettazione e l’inizio della prossima fase riguardante l’occupazione delle aree occorrenti alla cantierizzazione dell’opera.
È opportuno fare un riepilogo delle opere previste: la cantierizzazione comporta l’occupazione di aree private a margine del viadotto al fine di consentire il montaggio a terra delle nuove travi in acciaio; contemporaneamente si procederà allo smontaggio delle attuali travi in cemento; poi sarà la volta della demolizione delle attuali strutture verticali fino alle fondazioni esistenti sulle quali si procederà a riedificare le nuove strutture verticali su cui poggeranno le nuove travi in acciaio già assemblate sul luogo. Ovviamente con le fasi lavorative si procederà su una sola parte del viadotto per volta, lasciando all’altra l’onere del traffico utilizzando una partita carrabile, per i due sensi di marcia, ma riservata al solo traffico leggero deviando quello pesante sulla viabilità provvisoria alternativa, come peraltro è già adesso.
È chiaro che quando i lavori interesseranno la parte di viadotto che passa sopra a via del lago di Traiano e la nuova viabilità denominata corridoio C5, le due arterie dovranno essere obbligatoriamente chiuse eliminando, di fatto, il 70% delle possibilità viarie per chi da Fiumicino deve raggiungere l’aeroporto o l’autostrada per Roma.
Considerando che ancora non è stata ultimata la viabilità alternativa iniziale, questa nuova situazione implica un’urgente intervento per giungere a un periodo di almeno due anni molto “complicato” sotto il profilo circolazione stradale ma che consenta di superarlo “dignitosamente” senza ulteriori affanni.
In mancanza di questa alternativa saremo costretti ad un “confino” cittadino soffocati dalle auto in fila. Tenendo presente che abbiamo superato i disagi legati alle problematiche del Ponte della Scafa e che supereremo anche quelli relativi al rifacimento del viadotto per poi ritornare , “entusiasti”, alla precedente situazione della fila di auto dall’aeroporto a Ostia tutti i giorni, sia la mattina che il pomeriggio.
Confusi da tutte le problematiche attuali (dalla pandemia alla guerra) e dai lavori, sia in corso e sia da realizzare, non stiamo minimamente pensando che occorra urgentemente iniziare a progettare una soluzione completa che adegui la viabilità direzionale alle necessità della zona. E magari elimini i quotidiani ingorghi su via dell’Aeroporto per tornare alla normalità a Isola Sacra e Fiumicino. Dando per scontato che il faraonico nuovo viadotto per sostituire il Ponte della Scafa non si farà, è meglio “ritornare con i piedi per terra” e progettare l’ampliamento sui due lati dell’attuale infrastruttura adeguandola alle necessità e ampliare così la sede stradale di via dell’Aeroporto dare dallo scalo ad Ostia un tessuto viario adeguato e funzionale.
Ovviamente occorre migliorare sia l’incrocio con via Trincea delle Frasche, magari inserendo un ponte che consenta di evitare il connubio con la viabilità locale, sia l’uscita su via della Scafa all’altezza della scuola della Madonnella, causa di file e incidenti. Sicuramente gli ingegneri dell’Anas e del Comune di Fiumicino sono in grado di tradurre queste ipotesi in validi progetti per eliminare le grandi difficoltà attuali ma adesso non sono più possibili rinvii: è tempo di decidere.