È stato presentato questa mattina alle scuole del Comune di Fiumicino il “Progetto Memoria” che per il nono anno consecutivo, nonostante la pandemia, l’Assessorato alla Scuola e alle Politiche giovanili organizza per trasmettere il valore della memoria alle ragazze e ai ragazzi delle scuole, raccontando con incontri, seminari, film, letture e altro il dramma della Shoah e delle persecuzioni nazifasciste.
“Sulla memoria storica si fonda la coscienza civile di un popolo – spiega l’assessore Calicchio – e questa Amministrazione ha fin da subito messo in campo ogni strumento nell’intento di salvaguardare gli alti principi e valori della nostra democrazia e della nostra Costituzione. Entrambe traggono origine soprattutto dalla ferma volontà di non ripetere gli abomini perpetrati nel corso del XX secolo. Ed è per questo che, anche quest’anno abbiamo scelto di organizzare un concorso aperto alle scuole del territorio per coinvolgere le studentesse e gli studenti in una dimensione di cittadinanza democratica e condivisa”.
Il tema di quest’anno è “Letteratura e arte come testimonianza e consapevolezza del dolore e della storia”. Per questo il Progetto prevede che le ragazze e i ragazzi presentino un lavoro ispirato alle memorie delle vittime e dei sopravvissuti, mediante opere letterarie, diari, musica, arte figurative, film, che possano aiutare a resistere e proteggere i valori e le libertà che ci rendono umani. Grazie agli approfondimenti storico culturali, i partecipanti al concorso potranno analizzare il ruolo centrale che la letteratura e le arti hanno assunto durante i periodi più bui della storia italiana ed europea, quale riflesso incondizionato del dolore, della violenza e della crudeltà umana.
“Come ogni anno – spiega Calicchio – anche per questo progetto ci avvaliamo della preziosissima collaborazione dell’Aned (Associazione nazionale ex deportati), supporterà i ragazzi per partecipare, seppure virtualmente, a incontri con testimoni del calibro di Sami Modiano, solo per fare un esempio. Il progetto, come ogni anno, si concluderà con un viaggio. Quest’anno visiteremo luoghi come Marzabotto, Bologna, Fossoli e la casa dei Fratelli Cervi”.
“Il Giorno della Memoria – dichiara il sindaco Montino – è per noi un punto fermo e permanente di riferimento come testimonianza ai giovani del territorio proponendo anche quest’anno, nel rispetto delle misure anti Covid, iniziative significative per le scuole. Diceva Primo Levi, straordinario testimone di quell’orrore, che ciò che è accaduto, può ancora accadere. Ed è, purtroppo, notizia di qualche giorno fa l’aggressione a un bambino di 12 anni ‘colpevole’ solo di essere ebreo. A sentire i genitori, non era neanche la prima. Un fatto di una gravità assoluta che va condannato senza se e senza ma, e che ci ricorda che è proprio dai più giovani che dobbiamo partire per spiegare l’orrore e per fare sì che non si ripeta mai più”.
“Ringrazio la dirigente Maria Cinquepalmi e gli uffici dell’Assessorato – conclude Calicchio – e le dirigenti scolastiche e le referenti delle diverse scuole che in questi mesi seguiranno le ragazze e i ragazzi in questo percorso, l’Aned e la professoressa Maucioni, senza cui non potremmo fare quello che facciamo, il delegato agli istituti superiori Tommaso Campennì, ognuno dei quali svolge un ruolo importantissimo nella realizzazione del progetto. Per inaugurare la nuova edizione, il sindaco alcuni assessori e la presidente del consiglio questa mattina hanno donato ai nove plessi scolastici del territorio alcuni libri di storia e di testimonianze sulla Shoah che saranno a disposizione degli studenti nelle biblioteche delle diverse scuole. Un gesto che permetterà di tenere viva la memoria e di approfondire la conoscenza di un’epoca drammatica della nostra storia recente”.
“Mantenere vivo il ricordo di ciò che accadde all’umanità a metà dello scorso secolo è fondamentale per scongiurare la tendenza a dimenticare e negare azioni che tutt’oggi nel mondo continuano a perpetrarsi: le violenze sui bambini specialmente disabili. Nella Giornata della Memoria è doveroso ricordare che il programma di eugenetica, avviato nel 1939 denominato Aktion T4, era inizialmente rivolto solo ai bambini con deformazioni e disabilità. L’operazione ‘T4’, così chiamata dal nome della strada di Berlino (Tiergartenstrasse 4) in cui si trovava l’ente pubblico nazista per la salute e l’assistenza sociale, mirava all’eliminazione metodica dei neonati con problemi fisici o mentali. Una barbarie. Voglio ricordare, proprio oggi, le agghiaccianti parole con cui Hitler illustrava il piano di eugenetica nel suo famigerato ‘Mein Kampf’. Scriveva quello che sarebbe diventato il più sanguinario dittatore del secolo scorso: ‘Chi non è sano e degno di corpo e di spirito, non ha diritto di perpetuare le sue sofferenze nel corpo del suo bambino. Qui lo Stato nazionale deve fornire un enorme lavoro educativo, che un giorno apparirà quale un’opera grandiosa, più grandiosa delle più vittoriose guerre della nostra epoca borghese. Su queste basi, il nazismo si rese responsabile dell’uccisione di circa 300mila persone con disabilità’.
Le bambine e i bambini furono le prime vittime dello scellerato programma T4: da un lato, la sterilizzazione di coloro che venivano considerati “imperfetti”; dall’altra, l’isolamento e la segregazione dei bambini. Una sorte analoga toccò agli adulti non sani, con il triplice obiettivo di allontanarli dalla società, usarli come cavie in studi ed esperimenti scientifici atroci e, successivamente, eliminarli. Malgrado lo sdegno e la condanna generali, quando le notizie di quanto accadeva nei presunti luoghi di ricovero e di cura trapelarono, il programma di sterminio continuò lontano dagli occhi e dal clamore, fino all’ultimo paziente ucciso nel 1945 a guerra ormai finita. Un dramma che non possiamo tacere basato su un’ideale di perfezione dell’unica ‘razza’ ritenuta degna di stare al mondo, quella ariana, a cui veniva riconosciuto il diritto di sterminare chiunque non rientrasse in quei canoni. Su questo argomento vogliamo organizzare, insieme all’AVI (Agenzia Vita Indipendente), un convegno e una mostra che avremmo voluto fare in questa giornata così importante. Purtroppo la situazione pandemica ci impone prudenza. Per questo abbiamo deciso di rimandare l’appuntamento a un momento più propizio in cui potremo riunirci più serenamente”. Questa è la dichiarazione dell’assessore ai Servizi Sociali, Alessandra Colonna.
Fonte: Ufficio Stampa Comune di Fiumicino