Nell’inchiesta della Procura di Roma che ha portato al fermo dei fratelli Mario e Davide Ciaccia tra gli altri indagati ci sarebbe anche il consigliere comunale di Fiumicino Massimo Chierchia. Come riporta il quotidiano il Messaggero, Massimo Chierchia, attuale amministratore delegato del Teramo Calcio, e Luigi Coni, componente del nuovo Cda della società calcistica, sarebbero entrambi ritenuti dalla Procura di Roma “prestanome” dei Ciaccia, avrebbero assunto “cariche di amministrazione e di rappresentanza in seno a società poi impiegate secondo le direttive impartite per attuare strategie economiche, finanziarie da loro perseguite”.
Il nucleo di polizia economica-finanziaria della Guardia di Finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore nominale di circa 100 milioni di euro per immobili dislocati tra Roma, Fiumicino e Alatri: gli edifici dove hanno sede l’Hotel Fabiola, l’albergo La Primula e l’Hotel Mediterraneo, tutti e tre a Fiuggi; il complesso religioso “Colle Monfortani” in via Prenestina 1391, nella Capitale; lo stabile nel centro di Roma, tra via Sicilia e via Toscana, un tempo sede del Teatro delle Arti. Tra i beni sequestrati c’è anche il 60% del capitale sociale della Teramo Calcio.
Nell’elenco degli indagati figurano pure un notaio, altri prestanome, commercialisti, un operatore finanziario, un ingegnere e un architetto. E’ principalmente sui due fratelli, però, che si è concentrata l’attenzione degli inquirenti, tanto da arrivare a chiedere solo per loro la misura urgente del fermo, con il successivo trasferimento in carcere ad Ascoli.
I due imprenditori avrebbero usufruito, secondo gli inquirenti, degli incentivi per il Superbonus per ottenere crediti fiscali fino al 110% passati, però, con “dubbie asseverazioni e visti di conformità rilasciati da professionisti compiacenti”. Questo avrebbe permesso loro di ottenere la monetizzazione dei crediti fiscali con un “conseguente danno patrimoniale allo Stato”, addebiti, è bene chiarirlo, tutti ancora da provare.
Gli stessi Chierchia e Coni sono stati iscritti nel registro degli indagati non per i loro ruoli all’interno della Teramo Calcio, ma per le società a loro riconducibili finite nell’inchiesta per la presunta truffa in sismabonus ed ecobonus, su cui indaga la Procura di Roma.