“«È Nervosa, avrà il ciclo» (no, ho solo avuto una giornataccia come capita a chiunque, animali compresi), «chissà cosa avrà fatto per arrivare dove si trova» (ho studiato e lavorato), «Ha figli? Ha intenzione di averne?» (fare figli deve essere una libera scelta, non un argomento di colloqui lavorativi) «Vestita così ti credo che viene importunata» (ciò che indosso lo decido io e non autorizza nessuno a molestarmi). Sono solo alcune delle frasi, dei giudizi, delle pressioni che le donne si sentono fare quotidianamente. E sono solo alcune delle giustificazioni alle discriminazioni che subiscono ogni giorno sul lavoro, per strada, in famiglia. Anche questa è violenza, anche se non ne vediamo i segni sulla pelle”. È quanto dice l’assessora alle Pari Opportunità Anna Maria Anselmi.
“Oggi – dice Anna Maria Anselmi – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, siamo ancora qui a dire basta a ogni singolo sopruso che sia psicologico, fisico, economico. Vogliamo dire basta a questo crescente numero di vittime, basta con le frasi sessiste, basta con la violenza economica, basta ad ogni atto violento che colpisce le donne, a partire dalle parole. Basta alla subordinazione imposta solo perché si appartiene ad un altro genere. L’emancipazione femminile non vuole essere uno schiaffo agli uomini, ma l’uguaglianza nella società, dove collaborazione e rispetto devono essere i binari su cui muovere ogni azione.
Delle 263 donne uccise dal 1 gennaio al 21 novembre 2021, ben 93 sono state uccise in ambito familiare, nella stragrande maggioranza dei casi uccise dal partner o dall’ex partner. Relazioni tossiche, in cui gli uomini agiscono violenza come strumento di controllo e dalle quali, come dimostrano i dati, è difficilissimo uscire. Per questo, in occasione di questa giornata, come assessora alle Pari Opportunità, ho voluto che fossero gli uomini del nostro Ente a mandare un messaggio importante: IO dico NO alla Violenza sulle Donne.
Non basta solo un giorno, qualche frase di impatto o qualche foto a fermare la violenza, ma bisogna cominciare a lanciare segnali chiari, essere pronti ad aiutare ed indirizzare chi si trova in condizioni di pericolo – conclude Anselmi -. È una battaglia culturale che deve coinvolgere tutte e tutti. I mezzi ci sono: contattare il 1522 in caso di violenza oppure rivolgersi al Centro anti violenza di Fiumicino al numero 3661245342. Facciamo conoscere le realtà di aiuto già esistenti e impegniamoci ad ampliare questa rete di supporto affinché i numeri delle vittime diminuiscano”.
Fonte: Ufficio stampa Comune di Fiumicino