A vuoto l’ennesima asta, ora occorre decidere se questo Comune vuole un vero Porto turistico o rinunciare e rimuovere le scogliere che alterano l’equilibrio della costa
di Alberto Sestante
L’ennesima asta pubblica andata a vuoto per l’acquisto dei titoli concessori per la realizzazione del Porto turistico di Fiumicino pone alcuni problemi e diversi interrogativi. Perché l’asta proposta più volte dalla Regione Lazio è sempre andata deserta, nonostante voci di corridoio dicono di interessi reali da parte di imprenditori navali? Una delle tante risposte potrebbe essere che la concessione per la realizzazione di un Porto turistico a Fiumicino non interessa. Un’altra potrebbe essere che si è in attesa di modificare il progetto, trasformandolo parte in croceristico e la parte restante in turistico. Una terza, più inquietante, è quella di attendere che la base d’asta venga ulteriormente ridotta.
Di fatto va stabilito se la concessione demaniale valga realmente la base d’asta proposta o il valore sia notevolmente più basso delle valutazioni iniziali della Regione. Nel primo caso la continua riduzione dell’importo svaluta le possibilità potenziali del bene posto a base di vendita, nel secondo caso pone interrogativi di affidabilità dei tecnici chiamati a stabilire il valore di quanto realizzato e di quanto realizzabile.
Il tempo darà una risposta a queste domande, ma intanto molti si pongono il quesito: che fine farà quest’opera? Sì, perché nel frattempo la parte di scogliere che dovrebbe diventare il molo foraneo sta modificando la situazione fisica della zona. Il progetto prevedeva un altro tratto di scogliera foranea e poi la realizzazione, appena accennata attualmente, del molo di sottoflutto che “chiudeva” il bacino portuale. Ad oggi, essendo realizzata solo la parte esterna e non la totalità della chiusura del bacino, la scogliera ha le stesse caratteristiche e funzioni di quelle realizzate per il ripascimento degli arenili. Di fatto una buona parte del previsto bacino portuale si è interrato con l’ottenimento di nuovi arenili che stanno annullando le varie attività presenti (tipo bilancioni) e, fra non molto, procureranno anche la chiusura del porticciolo al Vecchio Faro.
Insomma, non è più tempo di attendere e per evitare ulteriori problemi, occorre decidere se dotare, finalmente, questo Comune di un vero porto turistico o di rinunciarvi definitivamente e rimuovere le scogliere realizzate. Se andiamo indietro nel tempo possiamo verificare che “da sempre” la dicitura “Porto turistico” a Fiumicino è stata sinonimo di problemi, interruzioni, ripensamenti, ecc.
Nei primi anni ’60 fu inserita la darsena per il Porto turistico nello stesso posto dove attualmente l’Autorità Portuale intende realizzare la darsena pescherecci. Successivamente il Genio Civile per le opere marittime ha realizzato un progetto di massima per la realizzazione del citato porto a ridosso del ristorante “Bastianelli al molo”. A metà degli anni ’70 ci fu un’accelerazione delle procedure e furono rimossi anche i bilancioni presenti lungo la parte terminale del molo di destra delle Fosse Traianee realizzando, di fatto, le prime opere per il nuovo Porto turistico. Alcuni problemi amministrativi e forse qualche cambio di Governo, e i lavori sospesi diventarono, nel tempo, abbandonati. Negli anni ’80 il Comune di Roma lancia l’ipotesi del “Marina di Roma” e iniziano le varie ipotesi progettuali durate quasi un decennio. Alla fine il progetto della Marina Comunale è stato redatto, condiviso e approvato dai vari enti per poi finire la sua definitiva approvazione con la firma di un accordo di programma tra i Ministeri, la Regione e il Comune.
Il progetto, coordinato dall’arch. Finzi del Comune di Roma, prevedeva due bracci di molo dietro il Vecchio Faro, più o meno nello stesso posto di oggi, e tre darsene interne che riprendevano l’idea dei romani di duemila anni prima. Con l’istituzione del Comune di Fiumicino, anno 1992, la situazione cambia, in quanto il “Marina di Roma” si sarebbe realizzato nel Comune di Fiumicino e solo un mancato accordo sulla gestione ha fatto sì che si realizzasse il Porto turistico a Ostia, in una zona poco adatta e con tanti problemi di funzionalità.
Poi i giorni nostri con l’inizio lavori in pompa magna, il rallentamento, la sospensione e poi? Una storia già vista?