L’avvistamento
Ieri l’altro nel mare di Ponza davanti al Frontone è stata avvistata una balena di una decina di metri. Tra i primi a vederla è stato Luca Mazzella, vicepresidente della Cooperativa barcaioli ponzesi, che ha chiamato la Guardia Costiera. Subito dopo la balena è stata scortata per alcune ore dai militari fino a quando, superata Cala del Core e Cala Inferno, non ha preso il mare aperto.

L’identificazione della specie
“Sono stato chiamato dal M.llo Nazzaro della Capitaneria di Porto di Ponza – racconta il biologo Valerio Manfrini, che da oltre 20 anni si occupa di cetacei e tartarughe e collabora con la rete regionale TartaLazio per il recupero e il soccorso delle tartarughe marine – i primi video che ho potuto vedere non aiutavano nell’identificazione della specie e l’animale sembrava in difficoltà, poi invece ha ripreso a nuotare verso il largo. In seguito ad altri video, sono riuscito a riconoscere la specie: la balena grigia. Ho contattato il CERT di Padova e altri enti competenti inoltre mi sono confrontato con altri colleghi che, alla fine, hanno confermato la mia identificazione. Verso la fine della giornata la motovedetta è rientrata perché l’animale nuotava verso il largo e si sono perse le sue tracce. Il 15 aprile, da un traghetto della linea Formia-Ponza è stato visto un soffio riconducibile a un cetaceo di grandi dimensioni, ma non possiamo dire che fosse la balena grigia. Per ora non è arrivata nessun’altra segnalazione. Ci tengo a ringraziare il M.llo Nazzaro per la grande disponibilità nel fornire informazioni e aggiornamenti”.

L’eccezionalità dell’evento
“Si tratta di un esemplare di balena grigia – spiega Manfrini – il nome scientifico è Eschrichtius robustus. Non fa parte della comune cetofauna del Mediterraneo, infatti, esistono due popolazioni: quella del nord del Pacifico e quella asiatica che è criticamente minacciata. Esisteva anche una popolazione atlantica che, però, si è estinta da secoli. Le femmine possono superare i 15 metri di lunghezza, mentre i maschi sono leggermente più piccoli. L’esemplare avvistato a Ponza misura 10/11 metri. Una peculiarità di questa specie è la modalità con cui si ciba. Le balene grigie, infatti, si immergono raggiungendo il fondale dove si rovesciano su un lato e dragano una porzione del fondale con la bocca. In questo modo raccolgono non solo gli organismi di cui si cibano, soprattutto crostacei e molluschi, ma anche detriti, sabbia, ecc. che poi sono espulsi attraverso i fanoni, lamine cornee presenti nella bocca che utilizzano come un setaccio. La tipica colorazione, il profilo arcuato del capo, le caratteristiche macchie biancastre e le cicatrici dovute a parassiti esterni presenti soprattutto in prossimità della testa e dello sfiatatoio, l’assenza della pinna dorsale, come in tutte le balene, e una serie di gibbosità a livello dorsale mi hanno indotto al riconoscimento della specie. E’ un evento eccezionale, si tratta, infatti, della seconda segnalazione di questa specie in Mediterraneo. La prima risale a 11 anni fa quando un esemplare venne osservato prima nelle acque israeliane e poi di fronte a Barcellona”.

Meraviglia e preoccupazione
“La grande meraviglia ed emozione nel poter osservare una balena grigia in un luogo così lontano dal suo normale areale di distribuzione, lascia ben presto il posto alla preoccupazione sui motivi che hanno permesso a questo animale di giungere nel Mediterraneo – continua Manfrini – Non sappiamo esattamente come sia arrivato qui, forse questo esemplare appartiene alla popolazione del Pacifico e ed è giunto in Atlantico attraversando i ghiacci a nord del continente americano che in estate, ma a questo punto direi già in primavera o forse ancora prima, si sciolgono. Se ciò fosse confermato, sarebbe una cosa estremamente grave e imputabile al riscaldamento globale del pianeta. Ora si farà rete tra esperti, istituzioni e altri soggetti per monitorare la situazione, raccogliere eventuali altre segnalazioni, per informare sui comportamenti da adottare in caso di avvistamenti. A tal proposito, chiunque dovesse avvistare cetacei grandi e piccoli, ma anche tartarughe deve sempre tenersi a debita distanza, minimo 100 metri, mai intralciare il loro cammino, rallentare, spegnere il motore o tenerlo al minimo. In altre parole rispettiamo questi animali e cerchiamo di arrecare loro il minor disturbo possibile”.