Cosa ha insegnato l’incendio del 30 luglio che ha bruciato parte della pineta dI Focene in via Coccia di Morto e bloccato per ore i voli dell’aeroporto?
In termini di misure di prevenzione ancora nulla. Altrimenti perché non intervenire subito sul lato nord della stessa pineta, dove ci sono le stesse condizioni di rischio che hanno dato origine all’incendio? È quanto si chiede un lettore che ci ha inviato le foto scattate su via Cocci di Morto tra via dei Polpi e la pineta; nascosti dietro la recisione lungo la strada ci sono effettivamente ettari ed ettari di sterpaglia alta e fitta, divisa dalla pineta solo da una strada privata ancora più stretta di via Pesce Luna, scavalcata come niente dalle fiamme del 30 luglio. Una miccia già pronta per essere accesa e provocare chissà quanti altri danni con il favore del vento. Evidentemente, spento nel giro di pochi giorni il clamore che l’episodio ha suscitato sui media, con l’inevitabile teatrino di dichiarazioni politico-istituzionali tra promesse e ricerca (a vuoto) delle responsabilità, la lezione non è servita neanche a intervenire nell’immediato con questa basilare misura di prevenzione.