Da domani, lunedì 1 febbraio, molte regioni italiane passeranno finalmente in “zona gialla”, compresa il Lazio, in considerazione del calo dei contagi e della valutazione dei parametri prestabiliti. Un in bocca al lupo a tutti gli addetti che operano nel campo della somministrazione e in particolare della ristorazione. Questi ultimi, infatti, particolarmente penalizzati dalle misure restrittive degli svariati Dpcm fino ad ora emanati e nella speranza, che si possa mettere un punto, a questa deleteria “fisarmonica” di stop & go, che stanno letteralmente mettendo in ginocchio delle categorie, come appunto quella della ristorazione, simbolo della creatività italiana nel mondo applicata alla cucina, peraltro riconosciuta indiscutibilmente a livello internazionale e simbolo anche di tradizioni, che si tramandano di generazione in generazione e di una molteplicità incredibile di varianti, in quanto diverse da regione a regione e da località a località.
A loro, nei mesi addietro, è stato imposto di adeguarsi, affrontando spese e diminuendo di molto la capacità ricettiva, sforzi poi risultati vani, viste le rigide misure applicate già dalla fine del mese di ottobre, come se questo virus, prediligesse i commensali seduti in maniera ordinata come da protocollo, ai tavoli di un qualsiasi ristorante del territorio nazionale, piuttosto che i pendolari e i viaggiatori ammassati, in uno dei tanti mezzi pubblici, di una qualsiasi città italiana. Non dobbiamo e non vogliamo dimenticare al contempo, tutti gli altri settori, tuttora chiusi da mesi come le palestre, i cinema, le sale scommesse, i teatri e tutto il mondo dello spettacolo o tutti quelli, che seppur operativi, ma in virtù della generale e nefasta congiuntura economica e delle misure di contenimento, fra le quali gli spostamenti, di fatto lavorano in perdita.
Pensiamo, ad esempio, a tutto il settore turistico, alle strutture ricettive, ai taxi, agli Ncc, ai commercianti, alle imprese impiegate nel settore delle cerimonie e degli eventi, quindi anche del settore dell’abbigliamento, al settore aeroportuale e di suo indotto, cosa che ovviamente, per competenza territoriale, ci riguarda molto da vicino. Ci scusiamo se abbiamo omesso qualcuno, ma questa “pandemia” economica oltre che sanitaria, ha investito veramente la quasi totalità del tessuto economico del nostro Paese oltre che ovviamente a livello mondiale.
Nell’attesa dell’evoluzione di questa crisi e mentre la nostra classe politica sta giocando al suo interno ad una partita a scacchi, per ristabilire nuove leadership ed eventuali altre alleanze di comodo, l’Italia sta affondando anche a causa di anni di immobilismo istituzionale e di mancate riforme, peraltro chieste in passato a gran voce dall’Europa, fra le quali la riforma della legge elettorale, della giustizia, del fisco e delle pensioni.
Qualunque sia l’esito di queste consultazioni e riponendo fiducia nel Presidente della Repubblica Mattarella, in quanto garante della Costituzione e della democrazia, il nuovo Governo che andrà a formarsi, a prescindere dalla modalità, avrà l’onore e l’onere di traghettare il nostro Paese fuori da questa crisi, anche gestendo e impiegando i fondi europei messi a disposizione dal Recovery Fund. Al contempo, auspichiamo che avrà finalmente le necessarie competenze, la volontà e la capacità, di ascoltare le esigenze dei rappresentanti di tutte le associazioni di categoria dei vari settori produttivi, in modo da creare quella giusta sinergia d’intenti e per dar vita ad una nuova stagione di reale e costruttiva rinascita istituzionale, economica e sociale per scongiurare, appunto, il pericolo di mettere seriamente in discussione il presente e il futuro di molte famiglie, in considerazione anche della fine del blocco dei licenziamenti a breve e, soprattutto, di non garantire le basi per un futuro sereno ai nostri giovani.
Firmato: ViviAmo Fiumicino