Comunicato stampa da parte del Comitato di via Berlinguer (piano di zona Isolato Stazione – Fiumicino) riguardo il recente ricorso al Tar firmato dal sindaco Montino contro la revoca del finanziamento pubblico deliberato dalla giunta Zingaretti e l’assessore Valeriani. Questo il testo:
“Prima dell’estate la giunta Zingaretti e l’assessore Valeriani approvano la revoca del finanziamento pubblico regionale al costruttore fallito, accusato di truffa aggravata e continuata dalla Procura di Roma ai danni dei legittimi assegnatari degli alloggi sociali di via Berlinguer e delle Istituzioni.
La revoca del finanziamento pubblico parte da diversi presupposti che vanno dal fatto che il concessionario fallito non li abbia MAI destinati ai legittimi assegnatari, all’assenza cronica di documentazione, fino alla pretesa del pagamento di cospicui anticipi non dovuti a chi possedeva già i requisiti minimi per accedervi.
Con la revoca del finanziamento pubblico, la Regione Lazio permette al Comune di Fiumicino addirittura di annullare la Convenzione poiché viene a mancare il presupposto essenziale per la sua stessa esistenza, quindi di revocare la concessione gratuita del terreno pubblico al concessionario inadempiente.
Il tutto con un effetto importantissimo, cioè l’assenza in fase di riacquisizione di effetti collaterali, anche patrimoniali, su tutto ciò che ha fatto il fallito dopo la stipula della Convenzione annullata, a cominciare dal mutuo abnorme concessogli o le ipoteche sulle case.
Un effetto già confermato e ribadito dal Tar in altri piani di zona. Per cui non si capisce quale motivo spinga Montino ad andare contro le decisioni della giunta Zingaretti e dell’assessore Valeriani, cioè contro le delibere di esimi membri del suo stesso partito. Difatti non c’è una riga, nel ricorso presentato, che citi MAI un motivo “superiore” che lo giustifichi rispetto al mantenimento del fine sociale di soldi e terreno pubblici.
Gli unici che si avvantaggerebbero di una ipotetica vittoria di Montino contro la Regione sarebbero giusto il costruttore e i creditori privilegiati, visto che ciò nemmeno influirebbe su quella metà di ex inquilini che hanno comprato dalla curatela a prezzi di mercato senza una delibera coi prezzi massimi di cessione aggiornati all’atto di vendita come imporrebbe la Convenzione, né una valutazione super partes dei tanti lavori di rifacimento del palazzo (basti pensare ai recenti mancamenti per la sola messa in sicurezza della sola facciata, così come dettato dai VV.FF.).
E’ interessante notare come nel ricorso firmato da Montino non venga mai citato, nemmeno per una volta, il termine “sociale” in riferimento a questi appartamenti, se non quando viene parafrasato un passaggio contenuto nella revoca della Regione.
Eppure questi sono alloggi sociali e se qualcuno del Comune si fosse mai degnato di assistere ad una udienza del fallimento, in aula avrebbe potuto riascoltare più volte il concetto che “qui non si fa sociale”.
Viceversa nel ricorso c’è preoccupazione per la procedura fallimentare e i creditori privilegiati, a cominciare dalla banca che concesse 3,8 mln di mutuo e all’imprenditore che se ne avvantaggiò.
A questo punto la domanda sorge spontanea: perché Montino viene ancora tenuto nel PD? Qualcuno nel PD si rende conto della pericolosità di questo ricorso che potrebbe minare il (tanto) lavoro finora svolto dalla Regione e coinvolgere nel male decine di migliaia di cittadini su Roma e provincia in balia di costruttori truffaldini e curatori coi paraocchi?”.
Emiliano Piccioni – portavoce Comitato Via Berlinguer