La denuncia dei gestori ha fatto emergere il caso dei voli aperti dal Bangladesh, senza poteva essere un secondo lockdown per tutti. Oggi sono i locali più sicuri di tutta Fiumicino
Ancora oggi in pochi lo hanno capito: il caso Indispensa e poi Spuma è stato una salvezza di Fiumicino, e non solo. Infatti i gestori dei due locali hanno capito che il virus era entrato nei loro locali per responsabilità che stanno a monte sui mancati controlli governativi in uscita dall’aeroporto, e sono partiti all’attacco con il loro legale, Massimiliano Gabrielli, dimostrando che la bomba batteriologica proveniva dal Bangladesh e rischiava di esplodere provocando effetti devastanti per tutti, non solo a livello locale.
“Dopo la chiusura per Covid-19 – spiega l’avvocato Massimiliano Gabrielli – le nostre dure denunce per epidemia colposa presentate alla Procura di Civitavecchia per conto dei titolari di Indispensa e Spuma a causa dei voli lasciati aperti dal Bangladesh, hanno indotto Governo e Regione Lazio a una severa restrizione dei protocolli di accesso in Italia dai paesi a rischio. Senza questi nostri passi il volo dal Bangladesh con i 37 positivi a Fiumicino non sarebbe stato bloccato in tempo. Il Bangladesh è tuttora classificato dall’OMS come paese ad alto rischio epidemiologico, al secondo posto dopo l’India. Non è accettabile che chi è preposto ai controlli sanitari e di ordine pubblico agisca con negligenza e leggerezza, lasciando alla buona fede dei soggetti a rischio la pratica dell’isolamento e quarantena, scaricando così le conseguenze su chi lavora”.
I primi ad essere danneggiati dai mancati controlli e del sistema farraginoso delle quarantene negli appartamenti utilizzati dalla comunità a Fiumicino, sono stati proprio i titolari dei locali. Ma su 1.400 tamponi eseguiti neppure uno dei cliente di Indispensa e Spuma è stato contagiato, a riprova che le norme all’interno erano rispettate, eccome. “Su di noi, specie all’inizio, c’è stata una campagna denigratoria molto pesante – racconta Massimiliano, uno dei gestori – abbiamo sopportato in un momento difficile una pressione fortissima verso le nostre famiglie. Ora che la verità è venuta a galla, vorremmo che venissero ristabilite le dovute proporzioni. Grazie alla nostra reazione, in un momento in cui abbiamo pensato più alla salute dei nostri cari che al business, siamo riusciti a segnalare una falla pericolosa che rischiava di far riprecipitare tutti in un nuovo lockdown”.
Dal 12 luglio i locali hanno riaperto l’attività al pubblico in condizioni di totale sicurezza e con certificazioni rilasciate dalla Asl. “Ogni membro dello staff ha eseguito un ciclo di 3 tamponi tutti negativi che accertano la totale sicurezza – spiegano i gestori – ogni centimetro quadrato dei locali è stato sanificato per due volte. Indispensa e Spuma sono tornati, gli unici oggi a Fiumicino con certificazione Covid free”. Nel Lazio oggi ci sono pochi locali che possono vantare simili certificazioni e garanzie, la Asl Roma 3 e lo stesso vicesindaco Ezio Di Genesio Pagliuca, dopo la riapertura si sono congratulati per il rispetto di tutte le norme possibili e immaginabili con i gestori. Con coraggio e perseveranza hanno fatto da argine a una situazione che poteva trascinare tutti nel baratro. E allora grazie Indispensa, anche dalla nostra redazione.