In merito alla nota diffusa dagli esponenti di Fdi Giancarlo Righini e Federico Rocca, la Direzione Generale della Asl Roma 3 specifica quanto segue.
«La nota emergenza dovuta allo sbarco all’aeroporto di Fiumicino di diversi aerei con soggetti del Bangladesh positivi al SARS-CoV-2 e che quindi ha determinato la necessità di isolare i positivi ed i contatti presso area aeroportuale, ha coinvolto la ASL Roma 3, in quanto territorio su cui insiste lo scalo di Fiumicino. La nuova situazione in un contesto di fase IV dell’emergenza sanitaria che aveva ridotto drasticamente a 3 le strutture dedicate ai pazienti Covid (Covid Hospital) a 3 Hub (Policlinico Gemelli, Policlinico Umberto I e Inmi Spallanzani), ha costituito nel caso specifico un evento difficilmente prevedibile e che quindi non aveva un percorso stabilito e condiviso.
Non avendo quindi nei dintorni dell’area aeroportuale alcun ospedale Covid (lo Spallanzani non ha Pronto Soccorso abilitato ad accesso diretto da Ares 118), nel momento in cui alcuni degli ospiti della struttura di isolamento ha iniziato Venerdì 10/7 ad avere sintomatologia, pur chiaramente riconducibile ad infezione da SARS-CoV-2, il mezzo di soccorso Ares 118 intervenuto sul posto ha portato il paziente al DEA di riferimento dell’aeroporto, ovvero al PS dell’Ospedale G.B. Grassi.
Comprendendo la portata negativa potenziale sull’ospedale che un tale percorso su vasta scala poteva causare, e che pur con qualche comprensibile esagerazione viene esplicitato nel comunicato in oggetto, il Direttore del Dea del Grassi ha subito coinvolto la task force aziendale coordinata dal Commissario Straordinario dott. Giuseppe Quintavalle, il quale, nel condividere le preoccupazioni espresse dal Direttore del Dea e le soluzioni possibili a mantenere l’ospedale Grassi Covid-free, apriva un confronto con la Regione Lazio, nella figura del Dirigente dell’Area Rete Ospedaliera e con la Direzione Sanitaria Aziendale di Ares 118. Nella mattinata di domenica 12 Luglio, a sole 36 ore dal primo accesso di paziente positivo al Grassi, veniva condiviso e deciso il percorso definitivo per qualsiasi paziente Covid-19 positivo noto o contatto certo di Covid-19 positivi, escludendo da esso tutti i Covid-free Hospital senza reparto di malattie infettive, e quindi anche l’ospedale G.B. Grassi, tranne ovviamente in caso di emergenza richiedente cure immediate, come ad esempio un arresto cardiaco o una insufficienza respiratoria gravissima richiedente immediata assistenza meccanica.
Nulla toglie ovviamente alla funzione del PS anche dell’ospedale G.B. Grassi di identificare eventuali sospetti tra tutti gli altri pazienti trasportati dal 118 o spontaneamente presentatisi e di prevedere un percorso specifico per loro, come fin dall’inizio della pandemia avviene, con obbligo di diagnosi prima di trasferimento presso un reparto idoneo di una struttura Covid.
L’Ospedale G.B. Grassi, quindi, continua ad offrire alla cittadinanza i servizi nelle modalità dovute per le nuove e corrette normative in materia di distanziamento sociale e di protezione dei pazienti e degli operatori, sia in regime di urgenza che elettivo ed ambulatoriale, riscontrando quotidianamente con soddisfazione la piena adesione degli utenti a tali regole indispensabili al rallentamento del contagio e quindi a mantenere la pandemia sotto un controllo tale da non richiedere più che anche il Grassi torni a dover ospitare un numero alto di pazienti Covid-19 positivi e anche in gravi condizioni».
Fonte: Ufficio Comunicazione Direzione Generale Asl Roma 3