FIUMICINO – Domenica 29 marzo alle ore 12.00 cinque minuti di silenzio in tutte le case, cinque minuti senza televisione, senza telefono, senza computer, cinque minuti per chi è morto senza avere intorno i suoi familiari, per chi ì morto senza il saluto della sua comunità”. È questa la proposta del poeta Franco Arminio.
“Caro Presidente del Consiglio, cari Presidenti delle Regioni, cari Sindaci – scrive Franco Arminio − spero che qualcuno di voi voglia prendere in considerazione l’idea di fare una cerimonia per i morti in questo tempo in cui si muore senza funerali.
Chi pensa che ora è il momento dell’azione, deve pensare che anche fare cinque minuti di silenzio è un’azione e nulla sottrae alla battaglia contro il virus.
Marcel Proust diceva che i vivi sono dei morti non ancora entrati in funzione. E dunque la morte non può essere rimossa anche adesso che è al centro della vita individuale e collettiva.
La mia proposta è di fare domenica 29 marzo a mezzogiorno cinque minuti di silenzio, cinque minuti senza telefono e senza computer.
Non saranno cinque minuti banali: partecipare a un rito collettivo, anche se a casa propria, è un bel gesto di salute morale e credo sia interesse di chi ci governa, a livello centrale e locale, avere una popolazione coesa e attenta, rispettosa delle regole e vicina al dolore di chi ha perso i suoi cari.
Restare umani è un compito che non contrasta con quello di rimanere sani”.