Con 395 tonnellate di pescato fresco e 115581 cassette battute, l’Asta del pesce di Fiumicino conferma il trend positivo nei primi otto mesi del 2019.
Un dato che vede un aumento significativo dei movimenti rispetto allo scorso anno di oltre 7 tonnellate e 15 mila cassette. I dati arrivano a poche ore dal fermo pesca 2019 che poterà il blocco delle attività dell’Asta a partire da lunedì 9 settembre.
Si tratta dell’annuale stop che fermerà le attività dei pescherecci per 30 giorni consecutivi nel tratto da Brindisi a Roma che si estenderà anche nell’area da Civitavecchia a Imperia dalla prossima settimana, comprendendo così tutto il Tirreno. L’interruzione temporanea dell’attività di pesca riguarda le unità autorizzate all’esercizio dell’attività di pesca con l’utilizzo dei seguenti attrezzi: reti a strascico a divergenti, sfogliare rapidi, reti gemelle a divergenti. Al fermo è sottoposta la flotta di Fiumicino.
“Siamo soddisfatti – dicono dall’asta del pesce − del trend in continua crescita. Tali numeri pongono l’Asta del pesce di Fiumicino ai primi posti in Italia per il pescato di qualità. Ricordiamo, infatti, che è all’Asta che vengono effettuati tutti i controlli sul pescato, ma soprattutto viene eseguita l’etichettatura, un elemento ormai imprescindibile per la tutela del consumatore del prodotto ittico. Questo pone il pescato fresco di Fiumicino in una posizione di rilievo nel panorama di settore. Un punto di riferimento per la qualità e freschezza”.
Ed è proprio nel periodo del fermo pesca che l’attenzione del consumatore deve essere maggiore. Con il blocco dei pescherecci a strascico in tutto il comparto si rischia di trovarsi nel piatto pesce non locale. È importante, quindi, saper individuare la provenienza che deve essere sempre esposta sul banco del pesce nell’etichetta presente.