Sempre più pescatori con il progetto “Fishing for litter”. Sono quasi 3 le tonnellate raccolte dalla flotta di Fiumicino, prossima frontiera le cassette di polistirolo
Pescatori in prima linea nella lotta alla plastica in mare. Continua con successo il progetto sperimentale “Fishing for litter”. Sono 14 i pescherecci della flotta di Fiumicino che scaricano nel cassone che si trova in via della Torre Clementina i rifiuti in plastica raccolti ogni giorno in mare dalle loro reti. Siamo già al terzo contenitore riempito, più di 3 tonnellate di materiale eliminato dai fondali marini, un risultato eccellente, visto che l’esperimento è partito solamente lo scorso maggio.
“Non sarà facile uscirne vincitori – dichiara Roberto Arciprete, vicepresidente dell’Associazione Generale Cooperative Italiane e biologo marino – ma l’impegno contro l’inquinamento è sempre più attuale. Fiumicino, dove prosegue con sempre maggiore partecipazione, è solo il primo di una serie. Anche a Civitavecchia i pescatori stanno rispondendo alla grande, anzi stiamo cercando di limitare anche il numero delle cassette in polistirolo usate in enormi quantità per il pescato giornaliero. Solo in Italia in un anno se ne consumano circa 10 milioni, così associazioni dei pescatori e Corepla insieme stanno cercando altre soluzioni. Le cassette riciclabili avranno un costo maggiore, ma si tratta di un passo da fare verso la salvaguardia del mare e dell’ambiente. In questi ultimi tempi si registra un clima di grande attenzione da parte dei pescatori che hanno acquisito una indiscussa sensibilità verso un problema che rischia di minacciare l’equilibrio del mare. Resta però il problema delle nanoplastiche, molto difficili da raccogliere”.
Sempre più pescatori adottano un codice di autodisciplina nelle modalità di esercizio del lavoro nel rispetto della fauna ittica e del suo ciclo di riproduzione.
“In questo periodo – aggiunge Arciprete – stiamo ragionando anche su nuove prospettive come Pesca turismo e Ittiturismo. C’è stato già un incontro alla Regione Lazio che ha coinvolto gli operatori e l’assessore all’Agricoltura. La legge è fatta, manca solamente il regolamento attuativo che ne limita l’applicazione”.
In entrambi i casi, abilitati all’esercizio dell’attività sono i soli imprenditori ittici, singoli o associati, tramite l’utilizzo di attrezzature, risorse o strutture normalmente impiegate nell’azienda o in disponibilità dell’imprenditore stesso. Con l’obbligo di somministrare al consumatore cibi derivati prevalentemente dalla propria attività.
Per quanto esercitabili simultaneamente, Pesca turismo e Ittiturismo sono comunque attività distinte, da realizzare in contesti diversi. La Pesca turismo si svolge esclusivamente a bordo delle navi da pesca e riguarda l’imbarco di persone estranee all’equipaggio a scopo turistico-ricreativo. L’Ittiturismo, invece, si svolge interamente a terra ed è focalizzato sulla fornitura di ospitalità, ristorazione, servizi e attività ricreative o culturali, connesse al mondo della pesca.
In genere, il visitatore che sceglie queste forme di accoglienza vive un’esperienza originale, in un ambiente semisconosciuto, alla scoperta di aspetti, valori e tradizioni, tipici della vita di mare. La dimensione ideale di Fiumicino.