Il consigliere regionale Roberta Angelilli (vicepresidente commissione trasporti e mobilità) e il consigliere comunale di Fiumicino Alessio Coronas, hanno presentato un’interrogazione urgente rispettivamente al presidente della Regione Lazio, Zingaretti, e al sindaco di Fiumicino, Montino, sul tema della mobilità nell’area Fiumicino e Isola Sacra. L’obiettivo è quello di abbattere il muro di silenzio che sembra essere stato eretto sulla drammatica situazione che i cittadini sono costretti a vivere quotidianamente a causa delle condizioni di via dell’Aeroporto, del viadotto dell’aeroporto e del ponte della Scafa.
Tanto il ponte della Scafa quanto il viadotto dell’aeroporto, stando ai rilievi effettuati dalla stessa società regionale che gestisce queste due infrastrutture (Astral), sono due opere da demolire e ricostruire e che hanno già superato la loro vita utile di progetto. Entrambe le opere hanno avuto negli anni una scarsissima manutenzione che ne ha accelerato il degrado, al punto che sono stati necessari molteplici interventi d’urgenza (chiusura di carreggiate, alleggerimento dell’asfalto, limiti di velocità e limiti di portata) per consentire ancora per qualche tempo il transito dei veicoli. A leggere la relazione dell’Astral dell’agosto di quest’anno c’è da interrogarsi seriamente se è opportuno continuare a passare su questi due ponti. Nella relazione infatti si parla in modo chiaro del “gravissimo stato di ammaloramento” in cui si trovano le strutture in questione e non si escludono in modo chiaro e netto rischi di cedimenti strutturali.
Ecco le 10 le domande formulate dai due consiglieri:
1) Dove sono gli interventi urgenti previsti per realizzare la viabilità alternativa al viadotto dell’aeroporto concordati nella riunione congiunta fra Prefettura, Regione, Comune e gli altri Enti interessati (1/10/2018)?
2) Come sono stati usati i 3 milioni di euro stanziati ed assegnati (determinazione Astral dell’11/10/2018) con carattere d’urgenza, senza bando pubblico, e che dovevano produrre in 40 giorni (termine ultimo già superato da tre settimane) almeno la viabilità alternativa per bypassare il viadotto?
3) Quali sono le modalità e i tempi per la prevista demolizione e ricostruzione della parte di viadotto pericolante?
4) A che punto è il procedimento relativo alla realizzazione del nuovo ponte della Scafa o quello relativo alla rigenerazione dell’attuale ponte?
5) Dove sono le ordinanze che stabiliscono le limitazioni di accesso sulla via dell’aeroporto per chi procede dall’Isola Sacra al semaforo di via Trincea delle Frasche e l’immissione su via della Scafa per chi proviene da Ostia e deve svoltare dopo il Ponte della Scafa per andare all’Isola Sacra?
6) Perché non si interviene immediatamente per realizzare una viabilità alternativa alle immissioni a raso sulla via dell’aeroporto, al fine di consentire ai cittadini di Isola Sacra di potersi muovere in modo più dignitoso e alle attività commerciali di non vedersi aggravare in modo pericoloso le condizioni del loro lavoro?
7) E’ cosi fondamentale mantenere chiuso l’ingresso su via dell’aeroporto dal semaforo di via Trincea delle Frasche?
8) In una situazione di assoluta criticità come questa quanto dobbiamo ancora attendere prima che un’opera come il corridoio della mobilità C5, che certamente sarebbe stato utile a migliorare le condizioni della mobilità nel quadrante interessato, venga aperto e reso fruibile al pubblico?
9) Dopo aver speso circa 20 mil. di Euro, aver fatto una serie di tagli di nastro in pompa magna (spesso coincidenti con le rispettive campagne elettorali) Zingaretti e Montino non sentono la necessità di spiegare ai cittadini le motivazioni per cui il corridoio C5 è ancora chiuso?
10) Zingaretti e Montino non sentono la necessità di motivare per quali ragioni una strada mai entrata in funzione avrà bisogno di costosi interventi di manutenzione a causa dello stato di degrado ed incuria in cui versa l’opera ?
Chiediamo conto con urgenza di tutti questi 10 interrogativi e cercheremo di sollecitare anche il Governo ad intervenire con urgenza su tutta questa vicenda drammatica e paradossale al tempo stesso. Non vorremmo che il Ministro Toninelli pensasse che, siccome non sono gestite da Anas, queste due infrastrutture non si trovano su territorio italiano, non sono percorse da migliaia di cittadini quotidianamente e sono immuni da rischi di cedimenti strutturali in eterno.