La stagione della caccia continua ad oscillare tra le decisioni dei giudici contro i calendari venatori delle Regioni, veri e propri atti di guerra nei confronti della fauna, e l’insistere delle RegionI stesse su scelte assurde che ignorano, non solo le norme, ma anche i suggerimenti della scienza e del buon senso.
Gli avvocati del WWF e delle altre associazioni continuano a mietere vittorie nelle aule dei tribunali. Dopo che in Sicilia il TAR ha sospeso la stagione venatoria accogliendo il ricorso delle associazioni, dal Consiglio di Stato è arrivato un altro importante passo: l’organo supremo della giustizia amministrativa ha respinto l’istanza di sospensione dell’ordinanza del TAR di Sassari che ha sospeso il calendario venatorio della Regione Sardegna 2018-2019 nella parte in cui prevedeva la caccia alla lepre sarda e alla pernice sarda. Ma mentre i TAR continuano a riportare i calendari venatori su binari di legalità, le regioni continuano a dare il peggio di sé.
È il caso della Regione Lombardia che ha attivato la macchina del tempo non per andare nel futuro, ma per tornare al medioevo con due proposte di legge, in discussione in questi giorni, che autorizzano la cattura di uccelli selvatici e l’abbattimento “in deroga” di piccoli uccelli selvatici non cacciabili: un’aberrazione giuridica e scientifica. Quanto previsto dalle leggi lombarde non solo è palesemente illegale, ma confligge in modo macroscopico con le normative nazionali e internazionali di settore. Da anni diverse l’Italia e la Regione Lombardia riportano condanne per la grave violazione delle leggi europee che proteggono questi piccoli uccellini: peppole, fringuelli che pesano meno delle cartucce con cui vengono uccisi e che affrontano incredibili viaggi dal nord Europa per trovare una morte sicura o una terribile prigionia, appena sorvolate le Alpi.
E che dire della Regione Lazio che sta approvando una legge che consentirà la caccia nelle aree naturali protette? Evidentemente si vuole che neppure nei parchi e nelle riserve sia possibile godere della natura senza che qualcuno la distrugga. Per le Regioni, gli interessi dei cacciatori sembrano venire prima delle leggi. Per fortuna i tribunali continuano ad essere il baluardo contro l’illegalità legalizzata in materia venatoria. Ed è proprio in quella sede che gli avvocati del WWF, insieme a quelli delle altre associazioni, continueranno a battersi per salvare la fauna selvatica, un patrimonio che appartiene a tutti gli italiani. Ma tutto questo non può bastare: i cittadini che amano la natura devono far sentire la propria voce, magari proprio partendo dai governatori Fontana della Lombardia e Zingaretti del Lazio, appartenenti a due schieramenti opposti, ma uniti dalla volontà di assecondare la parte peggiore dei cacciatori.
Wwf Italia